La storia della chiesa di Santa Maria di Nazareth

La Chiesa di Santa Maria di Nazareth, meglio conosciuta col nome di Chiesa degli Scalzi è tra i monumenti più importanti del Sestiere veneziano di Cannaregio. Situata nei pressi della Stazione Ferroviaria Santa Lucia, all'altezza del Ponte degli Scalzi, la chiesa è un autentico capolavoro del tardo barocco veneziano, e rappresenta una meta imperdibile del vostro "pellegrinaggio turistico in terra veneziana". La costruzione del santuario iniziò nel XVIII secolo per volere dei Carmelitani Scalzi che avevano ottenuto dal Senato di Venezia il permesso di edificare un nuovo complesso monastico. Così, dopo alcune iniziali difficoltà, i religiosi acquistarono degli orti lungo il Canal Grande nella zona di Santa Lucia per poter finalmente costruire la chiesa ed il monastero tanto agognati. I Carmelitani commissionarono al celebre architetto Baldassarre Longhena la realizzazione del sontuoso edificio. La prestigiosa facciata, invece, realizzata grazie ai finanziamenti del nobile mecenate Gerolamo Cavazza, fu ideata da un altro importante architetto del tempo, Giuseppe Sardi, tra il 1672 ed il 1680. La chiesa fu poi solennemente consacrata solo alla fine dei lavori, nel 1705, ed è stata successivamente interessata da importanti lavori di restauro eseguiti tra il 1853 ed il 1862 su commissione del governo austriaco.    

Arte e bellezza nella Chiesa di Santa Maria di Nazareth

La vostra tappa nella chiesa carmelitana di Santa Maria di Nazareth deve iniziare con un'attenta osservazione della magnificente facciata che conferisce alla chiesa il fiabesco aspetto da "magico castello". Costruita su due ordini scanditi da colonne binate collocate su degli alti basamenti, la facciata ospita nelle proprie nicchie una serie di statue attribuite allo scultore svizzero-italiano Bernardo Falconi. Le fini esecuzioni dell'artista "guideranno con lo sguardo" il vostro ingresso in chiesa dove vi attendono numerosi capolavori e tante importanti testimonianze della storia di Venezia. Concepita dal Longhena a navata unica con cappelle laterali, con un profondo presbiterio rialzato introdotto da un arco trionfale, la strutturazione dell'edificio proietta immediatamente la vostra attenzione verso il magnifico altare maggiore progettato da fra Giuseppe Pozzo: un colossale baldacchino sorretto da colonne tortili, memore di quello berniniano di San Pietro, accoglie e protegge il tabernacolo della mensa proveniente dall'Isola di Santa Maria di Nazareth a cui si deve il nome della chiesa. A fare da corte alla colossale struttura dodici statue di sibille realizzate dagli scalpelli di Giuseppe Torretto, Giovanni Marchiori, Pietro Baratta, Giuseppe e Paolo Groppelli, rivisitazione marmorea delle celebri sibille michelangiolesche della Cappella Sistina.

Ma le bellezze della chiesa non finiscono di certo qui. Infatti un giro per le cappelle del santuario, vi consentirà di apprezzare altri numerosi tesori e di scoprire la storia delle più importanti famiglie veneziane del tempo: nella cappella Giovanelli è da segnalare l'altare progettato da Ludovico David con la statua di San Giovanni della Croce realizzata da Bernardo Falconi; nella Cappella Ruzzini, invece, è di grande interesse la pala d'altare con l' Estasi di Santa Teresa realizzata da Heinrich Meyring e l'affresco di Giambattista Tiepolo rappresentante La Gloria di Santa Teresa; nella cappella Lumaca, poi, sono da non perdere il commovente crocefisso marmoreo di Giovanni Maria Morlaiter ed un altro importante affresco del Tiepolo raffigurante Cristo nell'Orto dei Getsemani. Nella cappella Venier, invece, sono imperdibili lo splendido San Sebastiano realizzato ancora dal Falconi ed il commovente dialogo post-mortem tra i due fratelli Sebastiano ed Angelo Venier immortalati da due splendidi busti ancora da attribuire al Falconi. Ma dal punto di vista storico la più importante è sicuramente la cappella Manin dove risposano le spoglie dell'ultimo doge della Serenissima Ludovico Manin, deceduto nel 1802. Qui termina la vostra avventura nella chiesa carmelitana, al cospetto dell' ultimo dei comandanti della gloriosa Repubblica di Venezia.