“E’ motivo di orgoglio per tutta Venezia tornare a potersi fregiare del fascino di un luogo come quello dei Giardini Reali. Un’area verde di eccellenza in una delle aree più ricche di storia della città che, per questo, assume valenza ancora più significativa e strategica dal punto di vista ambientale.”

E’ con queste parole che il sindaco Luigi Brugnaro il 17 Dicembre scorso ha dato il via alla cerimonia di inaugurazione dei Giardini Reali di Venezia dopo un lungo periodo di chiusura dovuto ad importanti lavori di manutenzione e restauro.

Venezia non ha molti spazi verdi, e quei pochi che ci sono i veneziani se li tengono ben stretti. Ed è da questo amore per la propria città e la propria storia che ben 5 anni fa si è dato inizio a questo processo manutentivo al fine di restituire lo splendore degli antichi giardini a cittadini e a visitatori.

Dovremmo sempre ricordare che non c'è futuro senza memoria storica!



La storia dei Giardini di Napoleone

Forse conoscerete i Giardini Reali come i Giardini di Napoleone. In fondo è corretto, perché rientravano nell’ampio progetto di rivalutazione e ristrutturazione di tutta l’area marciana fortemente voluto dall’imperatore francese.

I segni forti lasciati da questo intervento urbanistico furono la demolizione della Chiesa di San Gimignano di Piazza San Marco che costituiva il perfetto elemento di connessione tra le Procuratie Vecchie con quelle Nuove, con la successiva realizzazione in suo luogo dell’Ala Napoleonica, e la designazione delle Procuratie Nuove come Palazzo della Corona, residenza del regnante vicerè Eugenio di Beauharnais, figlio della consorte del Bonaparte. Ma non c’è palazzo reale senza sontuosi giardini che possano dilettare i suoi residenti. L’architetto regio Mezzani, succeduto al collega Antolini, si premurò della  loro progettazione: come luogo si scelse l'area retrostante le Procuratie Nuove prospettante sul Bacino di San Marco e per questo furono demoliti i Granai di Terra Nova che occupavano la zona. Beh, sicuramente una splendida location per dei giardini, custoditi dall’ombra del Campanile e con lo sguardo rivolto alla Laguna e alla Chiesa di San Giorgio Maggiore, garbatamente baciati dal sole nelle ore più calde della giornata.

Il Mezzani realizzò il classico ed elegante giardino all’italiana, connotato dalla presenza di una serie di elementi geometrici che si ripetono armoniosamente. Separati dalla Riva da bassi muretti in pietra e mattoni sovrastati da una snella cancellata, protetti da cancelli decorati in gusto francese, dovevano costituire il prolungamento esterno delle Procuratie.

Decaduto Napoleone, gli austriaci, a lui subentrati nella gestione della città, operarono grossi interventi: per avvicinarsi al gusto dei giardini inglesi, furono inseriti due piccoli boschetti ai margini destro e sinistro, furono rafforzate le due entrate principali con la realizzazione di 2 viali alberati che dalla Riva raggiungevano il Rio della Zecca, intersecati poi da un lungo boulevard longitudinale che correva parallelo al Rio e alla Riva esterna. L’architetto Lorenzo Santi, successivamente, si distinse per la realizzazione di una raffinata Cafè Haus in stile neoclassico con una grande serra in ferro e vetro sul lato verso Calle Vallaresso e una serra più piccola sul lato opposto verso la Zecca, e soprattutto di un leggero ponte elevatoio che funge da elemento di connessione tra l’interno ed esterno, permettendo di raggiungere in modo diretto i giardini dall’interno delle Procuratie.

Siamo in pieno Ottocento quando si attua l’ultimo intervento ai Giardini: venne innalzato il pergolato in ghisa, deliziosamente decorato con motivi floreali, a protezione dell’esistente viale: 23 campate di circa 3 metri ognuna per un totale di 70 metri di passeggiata coperta.

I giardini rimasero “reali” fino al 1920, quando la corona li lasciò al Comune: da quel momento furono sempre aperti e fruibili al pubblico.


La rinascita dei Giardini Reali: restauro architettonico, paesaggistico e botanico

L'intervento che ha riguardato i Giardini Reali è stato complesso ed articolato e ha posto la parola fine ad uno stato di abbandono che regnava ormai da tanti anni. Troppi.

Si è restituito alla città un piccolo gioiello incastonato in uno dei punti più belli della Laguna grazie alla joint venture tra Comune e Venice Garden Foundation: l'intera operazione si è articolata in diversi aspetti, riguardando il restauro architettonico, uno paesaggistico ed uno botanico.

Dal punto di vista architettonico si è intervenuti sulle strutture ottocentesche del Santi, ridando loro una nuova vita. Il padiglione neoclassico ha conservato l'antica funzione di Cafè Haus, mentre la serra è stata investita di nuove funzioni: l'ala est ospita "The Human Garden" un luogo in cui sarà possibile accogliere attività artistiche, culturali e di ricerca promosse dalla Fondazione Venice Garden; l'ala ovest è stata destinata ad ospitare i servizi e la sezione impianti. La serra piccola, invece, ritornerà all'antico splendore accogliendo una importante collezione di piante da vaso e tutte le attrezzature da giardino.

Per l'aspetto paesaggistico si è scelti di ritornare alla sobrietà e all'eleganza dei giardini all'inglese, che avevano fatto la loro prima comparsa nell'Ottocento ad opera degli austriaci: sono stati snelliti e semplificati i disegni degli elementi geometrici creando un'affascinante atmosfera mediterranea.

Ma di notevole importanza è stato senz'altro il restauro botanico, attento e ben pensato che ha dato la possibilità di vedere impiantate in città numerevoli specie erboree e floristiche. Notevoli i numeri: si parla di circa 22 alberi ad alto fusto, 832 arbusti, 6560 specie erbacee, 3150 specie bulbose, 68 piante rampicanti differenti, 1 glicine giapponese che farà la sua splendida fioritura in primavera, per un totale di 5000 metri quadrati di superficie.

L'intervento, infine, ha eliminato tutte quelle strutture e superfetazioni che erano state in maniera incongrua aggiunte negli anni e del tutto avulse al luogo.

"E' il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante": un giardino è come un piccolo uomo, ogni giorno va nutrito e protetto per consentigli di portare la sua specie avanti nei secoli.

Ora che ci sono stati restituiti, prendiamocene cura.

Lunga vita ai Giardini Reali!


L'ingresso ai Giardini Reali è in Riva degli Schiavoni, all'uscita dell'imbarcadero della linea ACTV "San Marco Giardinetti", ed è del tutto gratuito e rispetta i seguenti orari:

  • Orario invernale: dalle 9:00 alle 17:00 
  • Orario estivo: dalle 8:30 alle 19:30