Nel centro storico di Venezia non si trovano i comuni cartelli stradali ai quali tutti siamo abituati, bensì i nizioleti. Le tipiche indicazioni stradali veneziane sono uno dei simboli della singolare toponomastica della Serenissima.
Cosa sono i nizioleti?
Il termine nizioleto deriva dal veneziano “nisioeto” che significa “lenzuolo”. I nizioleti, infatti, assomigliano a piccole lenzuola attaccate al muro sul quale sono indicati percorsi e i nomi delle calli di Venezia. Si tratta di veri e propri affreschi, tinteggiati in bianco con una cornice dipinta di nero a mano libera, queste singolari targhe stradali fanno parte della paesaggistica urbana della città. Per i turisti è facile disorientarsi tra le strade di Venezia, la città presenta una toponomastica del tutto inedita che può risultare infernale per i visitatori poco abituati, in particolare se stranieri. I nizioleti possono tornare molto utili in casi di smarrimento o di perdita dell’orientamento. Alcuni nizioleti indicano la direzione da seguire per raggiungere destinazioni di particolare importanza cittadina o di interesse pubblico. Il nome della destinazione principale è affiancato o sovrapposto a una freccia che indica la direzione da seguire nel percorso pedonale. Questo tipo di nizioleto si distingue perché le scritte e il bordo sono di colore rosso scuro.
Sulla targa è riportato in veneziano italianizzato il nome della strada, del ponte, del rio su cui si affacciano. In alcuni casi è scritto anche il nome del sestiere o della parrocchia d’appartenenza. L’uso dei nizioleti risale all’epoca della dominazione austriaca. Prima, in epoca repubblicana, non c’erano denominazioni stradali e le calli e i campi prendevano il nome dalla presenza di una famiglia rilevante o di un’attività commerciale. Anche la numerazione degli edifici è realizzata nello stile dei nizioleti, i numeri sono dipinti di colore rosso su sfondo bianco. Non più conteggiata strada per strada, la numerazione si sviluppa dunque in otto grandi progressioni: sei per ciascun Sestiere, più l'isola della Giudecca e l'Isola di Sant'Elena. Ciò comporta il superamento nei sestieri più piccoli di quota duemila e in quelli più grandi di quota seimila (2344 per Santa Croce, 3140 San Polo, 3960 per Dorsoduro, 5554 per San Marco, 6294 per Cannaregio, 6827 per Castello).
"A Venezia l'ideale sarebbe avere il coraggio di perdersi, a testa alta e non con il capo chino in qualche sterile guida turistica"Lorenzo Somma
Alcuni nizioleti comuni
Molti nizioleti portano il nome di antichi mestieri molto comuni in città, legati alla tradizione veneziana. Alcuni lavori sono spariti, altri continuano a sopravvivere, ed ecco quindi che le strade prendono il nome di: Remer, fabbricante di remi, Squero, piccolo cantiere, Barcaroli, Pescheria, Fontego, Chiovere, grandi spazi liberi per l'asciugatura di panni tinti o lavati, Spezier, speziale, Forner, fornaio, Pistor, panettiere, Scaleter, pasticcere, Pestrin, lattaio, Frutarol, Botteri, bottai.
Anche a Piazza San Marco è presente un nizioleto, scritto tra il portico ed il primo piano delle Procuratie Vecchia, nei pressi della Torre dell’Orologio.
Lascia un commento