Nella zona settentrionale della laguna veneziana, non lontano da Burano, sorge l’isola di Torcello, isola immersa nella natura e intrisa di storia. Su quest’isola è presente un ponte davvero particolare, l’unico ponte, assieme al Ponte Chiodo, a essere rimasto senza balaustre, così come si presentavano i ponti veneziani un tempo. La particolarità principale di questo ponte, però, non è la sua struttura architettonica, ma la leggenda che lo circonda. Scopriamola assieme. 

L’isola di Torcello: le origini di Venezia

Sull’isola di Torcello si hanno tracce di un insediamento sin dal periodo romano, e in seguito, durante il VII secolo d.C., la popolazione qui si fece più numerosa andando a creare così un vero e proprio centro abitativo sull’isola. Gli studi archeologici fatti dimostrano, infatti, la presenza di frutteti e vigneti, indicando l’attività agricola che era presente a Torcello in questo periodo e anche la presenza di un’officina vetraria. Quando sorse la fiorente Venezia, però, iniziò il declino dell’isola, e partire dal XV secolo, a causa anche delle continue pestilenze, la popolazione si ridusse drasticamente, tanto che oggi sono solo undici i residenti dell’isola.

L’isola rimane un luogo incantevole, immerso nella rigogliosa natura lagunare, e vari sono i punti d’interesse da vedere. Innanzitutto, troviamo la Basilica di Santa Maria Assunta, tipico esempio dello stile veneto-bizantino, al cui interno è presente un bellissimo mosaico raffigurante il Giudizio Universale. Vicino alla Basilica sorge la Chiesa di Santa Fosca, chiesa a croce greca, simbolo del dominio bizantino su Venezia. Nello spiazzo presente tra le due chiese si trova il “Trono di Attila”, un seggio in pietra che la leggenda vuole appartenesse al re degli Unni. Infine, troviamo il Ponte del Diavolo, ponte che conserva la caratteristica forma priva di parapetti, come erano in origine tutti i ponti veneziani.

La leggenda del Ponte del Diavolo

L’origine del nome di questo ponte non è del tutto certa, alcuni sostengono che “Diavoli” fosse il soprannome di una famiglia veneziana locale, altri lo collegano a una leggenda che ha come protagonisti una strega, due giovani e il diavolo. La leggenda narra che durante la dominazione austriaca a Venezia, una giovane si fosse innamorata di un ufficiale austriaco, che venne però trovato accoltellato, probabilmente ucciso dalla famiglia di lei, contraria alla loro unione. La ragazza, in preda alla disperazione, si rivolse a una strega che le diede appuntamento a Torcello su questo ponte, luogo isolato e nascosto da occhi indiscreti.

La strega qui invocò il diavolo ed egli fece apparire il giovane austriaco, riportandolo in vita. In cambio il diavolo chiese alla strega le anime di sette bambini morti prematuramente, e si accordarono per incontrarsi la notte del 24 dicembre per fare lo scambio. La strega, però, morì poco dopo in un incendio e non poté onorare il suo patto col diavolo, così la leggenda vuole che tutt’oggi la notte del 24 dicembre di ogni anno sul Ponte del Diavolo a Torcello il diavolo venga a reclamare le sue sette anime sotto la forma di un grosso gatto nero.