La Repubblica di Venezia ha sempre avuto un sistema economico e di commercio estremamente complessi. La gestione del territorio e della fitta trama di traffici mercantile è sempre stata molto all'avanguardia per il tempo, e di conseguenza anche il lavoro era molto tutelato. Lo Stato veneziano era molto lungimirante e sapeva bene che un lavoro tutelato diventava un lavoro duraturo: molte erano le categorie che andavano protette perchè portatrici di arti che dovevano rimanere segrete agli occhi e alle mani degli stranieri. Fu per questo che si dotò tutte le categorie di un vero e proprio statuto moderno con diritti e doveri a salvaguardia di lavoro e lavoratori: nasceva così la Mariegola.

La Mariegola dei lavoratori veneziani

Le prime associazioni tra liberi lavoratori come maestri d’arte, artigiani, mestieranti, si sono formate a Venezia intorno all’XI secolo con lo scopo di tutelare le finalità morali ed assistenziali dei lavoratori, un po’ come i sindacati odierni. Le regole sui diritti e i doveri degli affiliati alle libere associazioni erano riportate in uno statuto conosciuto con il nome di mariegola, dal latino “matricula” ovvero “Regola Madre”. Lo statuto normava numerosi aspetti del modo di lavorare delle imprese veneziane, tra questi vi era il rapporto fra i lavoratori, in particolare tra titolari e apprendisti, ma anche la supervisione della lealtà della concorrenza, il vaglio della qualità ed inoltre era assicurato un sistema di mutua assistenza. Stabiliva anche le regole formali su aspetti religiosi, morali, comportamentali, politici, economici ed amministrativi. Nel corso degli anni sono state apportate un gran numero di modifiche e di integrazioni a causa di delibere, decreti o proclami. In epoca repubblicana, lo Stato aveva il controllo su tutte le imprese private di Venezia: ogni corporazione era tenuta al pagamento delle tasse, la somma da pagare variava in base ai guadagni, e inoltre i membri di una corporazione erano tenuti a garantire prestazioni gratuite a favore dello Stato. La Serenissima attuava un controllo affinché tutte le normative imposte dalla mariegola venissero rispettate.

Un sistema organizzativo all’avanguardia che permetteva il controllo anche della qualità dei prodotti e delle merci esportate, al fine di mantenere alta la reputazione di Venezia in quanto realtà commerciale affidabile presso i mercati internazionali. Alcune categoria di lavoratori ricevevano delle marigole speciali, definite “mariegole d’oro”, in particolare i vetrai di Murano, considerati una grande risorsa per la prosperità della Repubblica, e che andavano tutelati. Gli arsenalotti, invece, venivano ripagati per la loro reclusione all’interno del cantiere pubblico dell’Arsenale, e per la tutela dei segreti costruttivi delle navi dal valore strategico inestimabile.

La Mariegola e le Scuole veneziane

La mariegola veniva conservata negli archivi delle Scuole. Le Scuole erano delle confraternite laiche che sceglievano un santo protettore. Vennero costituite come associazioni di lavoratori stranieri a Venezia e fornivano assistenza economica, lavorativa, aiuti spirituali. Molte di queste riunivano gruppi di artigiani in base alle professioni svolte ed ogni scuola aveva la propria mariegola che fungeva da albo professionale. Alle scuola aderivano cittadini di ceto medio mentre i patrizi si riunivano nella Scuole Grandi che ottennero un’importanza maggiore nella società. Tra le più importanti la Scuola Grande di San Rocco e la Scuola Grande di San Marco. Le Scuole Grandi vennero istituite nella seconda metà del 1400 e il loro operato era finalizzato ad opere di beneficenza e assistenza e di pubbliche espiazioni. Grazie ai sistemi di autotassazione, le Scuole Grandi disponevano di ingenti somme di denaro liquido che veniva reinvestito in oggetti di culto o immobili al fine di aumentare il prestigio della Scuola agli occhi della società veneziana. Avevano un ruolo fondamentale nella raccolta di fondi nei momenti di crisi o per il sostentamento dello sforzo bellico di Venezia.

Durante la seconda guerra mondiale, furono trafugati documenti risalenti al 1300, in particolare si trattava della “Mariegola della Scuola Grande di Santa Maria di Valverde della Misericordia” e della “Mariegola della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista”. Materiale di inestimabile valore storico le cui tracce si erano perse fino a qualche anno fa. Nel 2018, infatti, i documenti sono stati ritrovati a Boston, negli Stati Uniti tra le collezioni della Boston Public Library. Le mariegole sono state recuperate e riportate all’Archivio di Stato di Venezia.