Nacqui a Venezia il 2 aprile del 1725. Sulla mia vita si cela un velo di mistero; mi hanno descritto come ​​un avventuriero, scrittore, poeta, alchimista, esoterista, diplomatico, scienziato, filosofo e addirittura agente segreto.

Di me si ricordano soprattutto le mie cospicue avventure amorose, sicuramente anche tu ne avrai sentito parlare. Mi presento, sono Giacomo Casanova.

Oggi ti porterò in viaggio attraverso la mia Venezia. La città della mia infanzia e della mia giovinezza. Tra le calli che hanno segnato i momenti più salienti e felici della mia vita. Dal luogo della mia nascita a quello della mia fuga tanto celebre. Sei pronto a partire con me? Andiamo!

Calle Malipiero e la Chiesa di San Samuele

Il nostro itinerario parte da Calle della Commedia, l’attuale Calle Malipiero, dove si trova la casa in cui nacqui. La via è situata a poca distanza da Palazzo Grassi, nel sestiere di San Marco. Proprio all’inizio della calle c’è una targa che ricorda la mia nascita, il 2 aprile del 1975. 

La mia casa era disposta su tre piani e qui sono stato cresciuto da mia nonna materna, Marzia Baldissera in Farussi, il mio affetto più caro. All’inizio della calle si apre il campo San Samuele su cui si affaccia la chiesa omonima in cui fui battezzato. 

L’edificio religioso venne edificato intorno all’anno 1000 dalle famiglie Bolduè e Soranzo. Intorno al XII secolo fu distrutto da due incendi e poi riedificato. Il suo nome è dato dal personaggio biblico di Samuele poiché tradizione vuole che all’interno siano conservate le sue reliquie. C’è chi sostiene che essa ospiterebbe anche una mano di San Valentino, patrono degli innamorati.

Corte de le Muneghe e Campo San Maurizio

Come ti ho accennato prima fu mia nonna a prendersi cura di me da piccolo, soprattutto dopo la morte di mio padre dato che mia madre, essendo attrice, era spesso in viaggio per lavoro. Lei risiedeva in Corte de le Muneghe, poco distante dalla mia casa natale.

È proprio da questo cortile che iniziano le mie prime avventure amorose. Qui frequentavo la casa di una maestra di ricamo, dove delle giovani fanciulle solevano lavorare al tombolo. E qui vicino, in Campo San Maurizio, abitavano anche due figure che furono molto importanti durante la mia gioventù: il poeta Giorgio Baffo e il senatore Pietro Zaguri

Il Ridotto di San Moisè

Dirigendoci in direzione di San Marco, attraversando Campo San Moisè, raggiungiamo Calle Vallaresso. Qui ho passato lunghe serate coltivando la mia passione per il gioco d’azzardo, e quella per le donne. Il Ridotto di San Moisè aprì nel 1638 e fu la prima casa da gioco pubblica al mondo. Oggi al suo posto troviamo il bellissimo Hotel Monaco, un vero peccato perché sennò ti avrei sfidato molto volentieri!

Piazza San Marco e il Caffè Florian

Da qui in pochi minuti ci ritroviamo catapultati nel salotto d’Europa: Piazza San Marco. Quante passeggiate all’ombra del Campanile di San Marco. Al mio tempo la piazza era il punto di ritrovo di scrittori, poeti ed intellettuali. Tutti assieme dibattevamo e oziavamo presso il magnifico Caffè Florian, ancora in funzione. Sai, è uno dei caffè più antichi d’Italia, se non di tutto il mondo. 

Vieni, lasciati incantare dall’incredibile sfarzo delle sue quattro sale. Il Caffè venne inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome di “Alla Venezia Trionfante”, ma fin da subito i Veneziani dicevano semplicemente “andiamo da Floriàn”, dal nome del proprietario in dialetto veneziano. Quante dame che ho corteggiato proprio tra questi tavolini, vieni ti offro un caffè!

Palazzo Ducale e i Piombi

Ed eccoci finalmente arrivati a Palazzo Ducale. So che non aspettavi altro che questo momento. Si si, ora ti racconterò la storia della mia fuga, ma con calma. 

Palazzo Ducale, uno dei simboli della città di Venezia e capolavoro del gotico veneziano, anticamente era la sede del doge. Fu fondato dopo l'812 e, nonostante sia stato più volte colpito da incendi e di conseguenza ricostruito, ha seguito la storia della Serenissima, dagli albori sino alla caduta. Durante gli anni in cui vissi nel sottotetto del palazzo erano situate le prigioni dei Piombi.

All’alba del 26 luglio 1755 fui arrestato per libertinaggio e rinchiuso nei Piombi. Da quel momento iniziai ad organizzare la mia fuga! Una anno dopo, nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, passando dalla cella alle soffitte, attraverso un foro nel soffitto che avevamo fatto io e il mio compagno di cella, il frate Marino Balbi, uscimmo sul tetto e successivamente rientrammo di nuovo all'interno del palazzo da un abbaino. Facendo finta di essere due visitatori rimasti chiusi all'interno gli addetti al palazzo ci fecero uscire e così ci allontanammo velocemente con una gondola.

Pazzesco, no?

Barbaria de le Tole

Passarono gli anni e finalmente, dopo 18 anni di esilio, tornai a Venezia. Ed eccoci giunti anche alla nostra ultima tappa. Qui in Brabaria de le Tole, a pochi passi da Campo San Giovanni e Paolo, c’è la mia ultima dimora veneziana.

Nel 1783 alla fine fui costretto nuovamente all’esilio, lasciando per sempre il mio grande amore: Venezia.