1) La conformazione della città di Venezia

Ti sei mai chiesto da quanti ponti, isole e canali è composta Venezia? La Serenissima dispone di 435 ponti, tra pubblici e privati, che collegano le 118 isole su cui è edificata, attraversando 176 canali. La maggior parte dei ponti sono costruiti in pietra, ma altri materiali comuni sono il legno e il ferro. Non appena raggiungerai il centro della città, non troverai nemmeno un’automobile: il mezzo di trasporto principale sono le imbarcazioni (gondole, barche, motoscafi, traghetti). Le imbarcazioni sostituiscono quindi le automobili come mezzi di trasporto, così come i canali sostituiscono le strade asfaltate. 

2) Toponomastica di Venezia

A Venezia non esistono strade, marciapiedi, strisce pedonali e vie: l’intera città ha una toponomastica differente rispetto alle altre. Partendo dal principio, Venezia ha una sola piazza, Piazza San Marco. Tutti gli altri ampi spazi definibili come piazze, si chiamano campi o campielli, che indicano le aree davanti alle chiese o aree larghe circondate da edifici. Le calli sono le strade pedonali delimitate da edifici da entrambi i lati, mentre le fondamenta sono le strade che costeggiano un canale o un rio, ad esclusione della ruga (dal francese rue), ovvero una calle particolarmente importante, come Ruga dei Oresi. La differenza tra le vie dell’acqua è molto semplice: il canale è una delle vie d’acqua più importanti, larga e trafficata dalle gondole, mentre il rio è una via d’acqua più stretta.

3) La calle più stretta di Venezia

Calle Varisco, non lontana dal campo San Cancian nel sestiere di Cannaregio, è la calle più stretta di Venezia: con i suoi 53 cm massimi di larghezza, permette il passaggio di una sola persona alla volta. Una leggenda narra che se un assassino dovesse camminare per questa calle, le mura si chiuderebbero fino a ucciderlo, punendo così l’anima impura.

4) Il più basso sotoportego di Venezia

Il sotoportego è un collegamento, ricavato dal corpo di un edificio, tra due calli. Nei pressi di Campo Ruga nel sestiere di Castello, c’è il sotoportego più basso di Venezia: il Sotoportego Zurlin, sotto il quale possono passare con estrema facilità solo i bambini.

5) Il canale sotterraneo di Venezia

Uno dei luoghi ignorato da fin troppi turisti che visitano Venezia è l’unico canale sotterraneo della città, che può essere visitato e attraversato solamente via acqua, che parte del Rio del Santissimo e passa sotto il coro della Chiesa di Santo Stefano.

6) Le origini della parola più comune in Italia: “ciao”

Il saluto più utilizzato dagli italiani è di origine Veneziana. Deriva da “s’ciavo vostro”, un saluto reverenziale che definiva la persona come il “servo” della persona alla quale si rivolgeva. Derivante dal latino “sclavus” ossia “schiavo”, era molto comune ai tempi della Repubblica di Venezia e da saluto destinato al proprio padrone, passò ad essere usato senza distinzione di classe sociale, rivolgendosi al proprio interlocutore con questa formula estremamente reverenziale. A partire dall’Ottocento si diffuse come saluto informale dapprima in Lombardia, dove venne alterato assumendo la forma “ciao”, per poi diffondersi in tutta la penisola e nella lingua italiana.

7) Il Calendario Veneziano

In tutti i territori della Serenissima, prima dell’introduzione del calendario gregoriano, i mesi si contavano in modo diverso. Il primo mese dell’anno, come simbolo di rinascita e inizio della primavera, era marzo, e questo potrebbe giustificare come a livello linguistico settembre, ottobre, novembre e dicembre si chiamano in questo modo: sono rispettivamente il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese a partire dal primo giorno dell’anno. Inoltre, febbraio sarebbe il più corto proprio perché inizialmente era l’ultimo dell’anno. Con l'arrivo del calendario gregoriano le usanze venete furono stravolte, anche se la Repubblica di Venezia decise di continuare ad utilizzarlo specificando i mesi e le date con le lettere “m.v.” che abbrevia la l’espressione mòre veneto, ossia “alla maniera veneta”.

8) La prima donna laureata al mondo

Anche se varie fonti contraddicono il primato, la prima donna laureata al mondo era Veneziana. Nata nel 1646, Elena Lucrezia Corner (Cornaro) Psicopia si laureò presso l’Università di Padova in filosofia nel 1678. Non poté, in quanto donna, laurearsi in teologia come avrebbe voluto e non poté esercitare l’insegnamento. Questo traguardo non rappresentò una spinta alla parità del diritto allo studio per le donne; si sarebbe dovuto aspettare fino al 1732 per la laurea in Italia di un'altra donna, la fisica bolognese Laura Bassi.

9) La prima città del mondo a bere il caffè

L’Italia è un paese famosissimo per l’uso e l’amore verso il caffè. Spiccano città quali Napoli o Trieste, ma fu Venezia la prima città italiana a scoprirlo e la prima nella quale arrivò. Intorno al 1570, il medico e botanico Prospero Alpini scoprì il caffè in Egitto quando era impegnato lì per conto della Repubblica: fu il primo italiano a raffigurare la pianta e a studiare i benefici dei suoi chicchi, che dopo essere stati tostati regalavano una bevanda nera dal sapore simile alla cicoria. Poco più di un secolo dopo, in Piazza San Marco aprì la prima “bottega del caffè” e nel 1720, invece, apriva l’antichissimo il Caffè Florian: una vera e propria istituzione in città, un caffetteria storica ancora attiva nonché la più antica dell’Italia e del mondo.

10) La persiana veneziana

La diffusione della persiana dal XVII secolo in Europa passò tramite il commercio della Repubblica di Venezia con l'Oriente dato che era la principale potenza che nel Mediterraneo deteneva contatti con le aree di cultura araba. Furono però i veneziani ad inventare il cosiddetto “fermapersiane” data la necessità di mantenere aperte o chiuse le persiane a seconda delle condizioni atmosferiche o meteorologiche. La tipologia inventata centinaia di anni fa è ancora oggi la più diffusa, ovvero quella che presenta delle figure umane scolpite. Tali figure prendono il nome di “Turco asasìn” e di “Dama venexiana” i quali “compaiono”  o “scompaiono”  a seconda del fatto che le persiane si tengano chiuse o aperte e bloccate. La figura del turco è rappresentato come un militare dalle sembianze orientali con turbante, baffi ed una giubba militare proprio come apparivano i soldati turchi nel XVII-XVIII secolo. La dama è invece rappresentata come una prosperosa donna dai capelli formosi. La figura della dama secondo alcuni sarebbe la personificazione della Serenissima e questo prende ancora più vigore se si pensa alla contrapposizione col turco sul retro, con cui Venezia ebbe per secoli aspri contrasti per il controllo del Mediterraneo, ma anche prosperi commerci con l’oriente. Il turco durante il giorno, quando le persiane rimanevano solitamente chiuse per proteggere dal sole gli interni dell'abitazione, penzolava capovolto e il fermapersiane si trasforma quindi come detto nella figura della donna.