Ogni anno Venezia mette in scena un rituale piuttosto antico, che trae origine dai tempi della Serenissima, ovvero la Festa della Sensa.

Il momento cruciale è lo sposalizio della città di Venezia con il suo mare, quel mare che per secoli ne ha garantito prosperità e ricchezza.

Ancora oggi, nella Domenica successiva al giorno dell’Ascensione, la Festa della Sensa richiama turisti d’ogni dove, che possono godere dello scenografico rituale da un punto di vista privilegiato: il mare, per l’appunto.

Per raccontare di questa festa, che quest'anno cade il 29 Maggio 2022, non possiamo che tornare indietro nel tempo. I Dogi e la Serenissima ci accompagneranno in questa giornata meravigliosa.

Festa della Sensa: un matrimonio tra la città e il mare o politica e religione?

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Come spesso accade, ai tempi della Serenissima, il confine tra politica e religione era assai labile.

La Festa della Sensa, infatti, era celebrata il giovedì successivo alla quinta domenica di Pasqua, in occasione della Festa dell’Ascensione cattolica. Certamente la festa aveva attinenza con questa componente religiosa ma, per la verità, doveva soprattutto celebrare lo splendore, la potenza e la lungimiranza della Repubblica.

La Festa, infatti, voleva celebrare due eventi storici assai importanti per la Serenissima.

Il primo risale al giorno dell’Ascensione dell’Anno Mille, o al 998 secondo alcuni, e vede come protagonista il Doge Pietro II Orseolo. A quel tempo, infatti, i Narentani, popolazione di origine slava con la fama di pirati, ostacolavano i commerci di Venezia nell’Adriatico.

Con l’appoggio dell’imperatore di Bisanzio, il Doge salpò verso l’Istria e la Dalmazia, visitando le principali città. Venne accolto come un salvatore, eccetto a Lagosta e Curzola, covo dei pirati.

Il trionfo dell’impresa, comunque, portò Pietro II a fregiarsi del titolo non solo di Doge di Venezia, ma anche di Duca di Dalmazia.

Il secondo evento, invece, risale al 1177, anno della firma della Pace di Venezia, tra la Lega Lombarda e Barbarossa.

Anche in quel caso, Venezia mostrò la sua raffinata diplomazia. Non schierandosi con nessuna delle due parti in causa, offrì la città come luogo neutrale per le trattative.

Se da un lato si arrivò all’accordo, dall’altro anche Venezia ebbe il suo tornaconto. Finalmente era stata riconosciuta come una delle grandi potenze del tempo.

Se di religioso la festa della Sensa ha quindi ben poco, siamo però ora pronti a lasciarci sedurre dallo sfarzo di una delle feste più celebri del calendario di Venezia.

I preparativi della Vigilia della Festa

Se per molti appassionati di Venezia, questa festa non dice molto, è solo per il diverso punto di vista dalla quale la si può osservare. E non potrebbe essere altrimenti. La Festa della Sensa si osserva infatti dal mare.

Tutto ebbe inizio all’epoca della Pace di Venezia, quando Papa Alessandro III concesse ai Dogi di sposare effettivamente il mare, segno evidente del predominio della Repubblica su di esso. A quel tempo, comunque, una festa simile e di stampo bizantino era organizzata il giorno dell’Ascensione. Ricordava la famosa vittoria dei Veneziani sui Narentani.

Ad ogni modo, i festeggiamenti erano ben più lunghi di una semplice giornata.

La Fiera della Sensa, infatti, veniva allestita una settimana prima dell’Ascensione e dismessa solo 15 giorni dopo. Questa volta lo sfondo della fiera era religioso, in quanto Venezia era punto di raccolta dei pellegrini verso la Terra Santa.

La Festa vera e propria, però, aveva inizio il giorno della vigilia, quando il famoso Bucintoro, la galea di Stato, veniva portata dall’Arsenale a Riva degli Schiavoni.

La bella nave veniva addobbata e, allo stesso tempo, si abbellivano le navi che il giorno dopo avrebbero partecipato alla sfilata e le si portavano nel tratto di mare tra Venezia e il Lido. Anche le case dei Veneziani venivano addobbate e la sera era un trionfo di campane che inaugurava ufficialmente l’inizio della festa.

Tutto era finalmente pronto per l’incredibile giornata dell’Ascensione.

Il giorno della festa: la navigazione verso il Lido in pompa magna

Il giorno dell’Ascensione, il Doge e la sua corte uscivano dal Palazzo Ducale, accolti dallo strepito delle campane. Il corteo, preceduto da una banda musicale, raggiungeva quindi la Riva degli Schiavoni, dove prendeva posto sul Bucintoro.

Un colpo di cannone nella piazza e una serie di cannonate dalle navi militari annunciava che il Bucintoro era salpato e che stava navigando in direzione del Lido.

Assieme al Bucintoro, solcavano le acque anche 3 peatoni, barche dorate sempre associate alla nave di Stato, e le gondole dorate degli ambasciatori e del Patriarca di Venezia.

E non era finita qui. 6 galee e 12 navi più piccole recavano la banda musicale e un piccolo gruppo di soldati dalmati con l’uniforme da parata, mentre alcune barche di media grandezza recavano i rappresentanti delle diverse comunità del dogado, ovvero del territorio cittadino.

Infine, seguivano le imbarcazioni e le gondole di tutti i privati che desideravano assistere alla cerimonia.

Tutto era pronto perché la parte cruciale della giornata potesse avere luogo.

La Festa della Sensa e lo Sposalizio di Venezia con il Mare

Eccoci al momento più solenne.

Le imbarcazioni erano ormai giunte al Lido, e il Bucintoro era ancorato nei pressi della Chiesa di San Nicolò, patrono dei naviganti.

Era il momento della preghiera, affinché il mare potesse essere sempre benevolo e proteggesse Venezia e i suoi abitanti. Quindi il Doge e la sua corte venivano aspersi con l’acqua benedetta, alla presenza del Patriarca.

Mentre i cannoni continuavano ad esplodere tutt’intorno, il Doge, sempre affiancato dal Patriarca, reggeva l’anello benedetto e lo lasciava scivolare in acqua, con queste parole solenni:

Desponsamus te, mare. In signum veri perpetuique dominii”. Ovvero, “Ti sposiamo, mare. In segno di vero e perpetuo dominio”.

Era questo il segno più politico di tutti. Pur essendo stato probabilmente concesso dal Papa nel 1177, pur essendoci il Patriarca, il gesto infatti voleva ribadire al mondo intero, la potenza economica e militare della Repubblica di Venezia.

Pare che nel Tesoro della Basilica di San Marco sia custodito un probabile anello dogale a ricordo di questa cerimonia. Una cerimonia così importante che non poteva finire certo avere finire subito.

Infatti, a quel punto, il Doge e la sua corte sbarcavano al Lido e partecipavano alla Messa. La parte più divertente si svolgeva però al di fuori.

Si assisteva a gare di velocità tra gondole e il popolo poteva agghindarsi con maschere e abiti sfarzosi come a Carnevale. L’occasione era inoltre ghiotta per pranzi luculliani nelle dimore private.

Al termine della Messa si tornava a Venezia, dove il Doge visitava la Fiera della Sensa e la festa continuava con il banchetto a Palazzo Ducale.

Il pranzo era a dir poco imponente e alla prima parte era ammesso addirittura qualche rappresentante del popolo. Al termine, pare che agli invitati fosse persino consentito portare le stoviglie a casa propria, in ricordo della meravigliosa giornata.

Ma la Festa della Sensa oggi?

La cerimonia dello Sposalizio di Venezia e il mare oggi

Sono circa 50 anni che il Comune di Venezia ripropone ogni anno la Festa della Sensa. Anziché nel giorno dell’Ascensione, la si festeggia la Domenica subito successiva.

Il Sindaco di Venezia, in sostituzione del Doge, si imbarca sulla ‘bissona Serenissima’, una barca a remi, e con un corteo di barche delle società di Voga alla Veneta, raggiunge San Nicolò. Lì, in memoria del passato, lascia scivolare in acqua l’anello benedetto dal Patriarca.

Giunti al Lido, proprio come un tempo, si assiste alla Messa nella Chiesa di San Nicolò.

L’occasione è perfetta per celebrare Venezia e il mare organizzando regate e abbigliandosi con abiti tradizionali.

Ed ecco perché la Festa della Sensa è il momento ideale per godere la Serenissima dal punto di vista giusto, quello senza il quale la sua gloriosa storia non sarebbe potuta esistere: il mare.