L’Ordine dei Templari fu fondato nel 1118 al termine della prima Crociata. Originariamente costituito da 11 frati francesi, i Templari avevano il compito di difendere i pellegrini che viaggiavano lungo le terre sante, tra Jaffa e Gerusalemme, dalle aggressioni di assassini e malviventi. Col tempo l’Ordine divenne sempre più numeroso e si narra che divennero loro i custodi del Santo Graal. La potenza dell’Ordine si diffuse poi in tutta Europa e la sua lunga storia si incrocia con quella di numerosi paesi, tra i quali vi è anche Venezia. Per molti secoli, la Serenissima ha mantenuto il dominio sulle rotte commerciali tra Occidente e Oriente. In epoca medievale la Laguna veneziana era un terreno frequentato da un gran numero di viaggiatori, alcuni restavano, altri erano solo di passaggio ma molte delle leggende che si lasciavano alle spalle continuano tuttora a risuonare lungo le calli della città e talvolta sono incise nel marmo degli edifici.

Il Santo Graal è stato a Venezia?

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Il Santo Graal è la reliquia religiosa più famosa e misteriosa della storia. Il nome fa riferimento alla coppa nella quale Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Gesù Cristo sulla Croce. Secondo alcune leggende, il Santo Graal arrivò a Venezia dopo il saccheggio di Costantinopoli del 1198, quando molti tesori sacri furono portati in città. La coppa sacra era nascosta nel Trono di San Pietro che attualmente si trova nella Basilica di San Pietro in Castello, una delle più antiche chiese di Venezia, che fu costruita nel VII secolo nei pressi di una fortificazione bizantina, il ‘castello' da cui poi ha preso il nome l'intero Sestiere.

A prova del passaggio della reliquia in Laguna vi è la Chiesa di Barnaba nella quale si dice vi sia seppellito Nicodemo de Besant Mesurier, uno dei custodi del Graal. La Chiesa è stata fondata nel 936 dalla famiglia Adorni ma fu consacrata nel 1230 dall’Ordine dei Predicatori, che aveva come patrona Maria Maddalena, figura da sempre legata alla leggenda del Santo Graal e ai racconti templari.

Ca' Vendramin Calergi e le riunioni clandestine

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Il celebre palazzo veneziano, Ca’ Vendramin Calergi fu edificato dalla famiglia Loredan ad inizio ‘500, ed è oggi la sede del Casinò di Venezia. Situato nel Sestiere di Cannaregio, il palazzo affaccia sul Canal Grande e proprio la sontuosa facciata rinascimentale presenta una caratteristica che ha avvolto l’edificio nel mistero e l’ha reso protagonista di numerose leggende. Sui pannelli del basamento è inciso il motto dei Cavalieri templari dell’Ordo Templi che cita: “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam” (Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria). Una parte del versetto è stata cancellata, con ogni probabilità è andata perduta dopo la demolizione dell’ala del palazzo sulla quale era incisa, ed oggi è possibile leggere soltanto la prima parte “non nobis domine”. Si presume che Ca’ Vendramin Calergi fosse uno dei ritrovi veneziani dei Cavalieri Templari, in particolare dopo lo scioglimento dell’Ordine avvenuto nei primi anni del 1300, quando molti accoliti decisero di intavolare riunioni in clandestinità tra le sale dall’attuale casinò. All’interno delle mura del palazzo ha vissuto i suoi ultimi mesi di vita Richard Wagner che vi morì nel 1883. Una targa commemorativa sul muro di cinta in mattoni che dà sul Canal Grande, riporta l'iscrizione in versi del ricordo del poeta Gabriele d'Annunzio:

"In questo palagio
l'ultimo spiro di Riccardo Wagner 
odono le anime perpetuarsi come la marea 
che lambe i marmi"


Chiesa di Santa Maria in Broglio e Hotel Luna: tra religione e intrighi

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Distrutta tra il 1810 e il 1823, la Chiesa di Santa Maria in Broglio era un edificio religioso veneziano noto come Chiesa dell’Ascensione. Il nome “broglio” deriva da “brolo” cioè giardino: l’edificio era in realtà un convento monasteriale costruito a spese della Repubblica e concesso all’Ordine dei Templari all’incirca nei primi anni del 1100. Nel 1312, l’ultimo templare fu espulso da Venezia e l’edifico passò in mano ai Cavalieri di Malta con l’obbligo di ospitare ambasciatori stranieri di passaggio. La chiesa si trovava accanto all’ala Napoleonica dell’attuale piazza San Marco, tra le due ali di Procuratie, e si narra che in epoca templare vi fossero custodite un gran numero di reliquie tra cui un frammento della Santa Croce, dono del Doge Giovanni Dandolo del 1280. Non lontano dalla chiesa, sorgeva un monastero che in seguito divenne una locanda gestita dai Templari, la  cui struttura si trova all’interno di un imponente palazzo aristocratico dove oggi è presente il prestigioso Hotel Luna. Secondo la tradizione i Cavalieri Templari alloggiarono in uno dei vicini edifici nel 1118, durante le Crociate. La locanda divenne un albergo nel corso del 1300 e prese il nome di Locanda-Osteria della Luna. Quella che all’epoca ospitava viandanti per brevi soggiorni, oggi è diventato un hotel di lusso a 5 stelle.

Calle del Perdon e Sotoportego de la Madona: roccaforte dei Templari

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Passeggiando tre le calle di Venezia, non è difficile incrociare simboli legati all’Ordine dei Templari. In Calle del Perdon vi sono croci scolpite sugli stipiti di marmo all’entrata e all’uscita della calle. In questa strada, infatti, vi è il famoso Sotoportego de la Madonna, un capitello in legno del tipo a sacello, protetto da un cancelletto in ferro battuto e vetro. Secondo la tradizione, nel 1177 Papa Alessandro III ricoveratosi di nascosto a Venezia, la prima notte del suo segreto arrivo, dormì sulla nuda terra nel Sotoportego de la Madona per sfuggire alle persecuzioni dell’imperatore Barbarossa. Il Pontefice scelse di dormire proprio in Calle del Perdon perché era una zona molto sicura e presidiata dai Templari. L’ingresso del sottoportico è sovrastato da una grossa insegna in legno posta nel 1830 sulla quale è scolpita una frase che ricorda l’avvenimento: “ALESSANDRO III IL SOMMO PONTEFICE FUGIENDO L’ ARMI DI FEDERICO IMPERATORE VENENDO A VENEZIA QUI RIPOSSO’ LA PRIMA NOTTE ET POI CONCESSE INDULGENZA PERPETUA IN QUESTO LOCCHIO DICENDO UN PATER NOSTER ET UN AVE MARIA TIBI NOT SIT GRAVE DICERE MATER AVE L’ ANNO MCLXXXVII CON LA CARITA DEI DEVOTI SILUMINA GIORNO E NOTTE DA DIVOLTI L’ ANNO MDCCCXXX”.