Ritratto di Jacopo Tintoretto
Se vogliamo imparare a conoscere la cultura del Cinquecento dobbiamo pensare ad esso come cent'anni di violenti cambiamenti sia politici che sociali e religiosi, capaci di sconvolgere totalmente l'armonia, la stabilità e quel diffuso senso di distensione che aveva caratterizzato l'Umanesimo del secolo precedente. Quello che ne deriva è un'arte più drammatica, monumentale e politica, che affronta magistralmente i dubbi umani, i turbamenti economici e le instabilità portate dalle guerre. Tra i grandi maestri che hanno affrontato con grande perizia i temi di questo periodo così delicato, troviamo sicuramente Jacopo Robusti detto Tintoretto, che con una pittura irruente, teatrale e dalla tecnica impressionante, scrisse pagine importantissime della storia della pittura veneziana.
Tintoretto, storia di un artista straordinario
Il miracolo di San Marco
Figlio di un tintore di sete e minuto di corporatura, fu quasi automatico l'appellativo di Tintoretto, che fu orgogliosamente usato come firma per diverse sue opere. Purtroppo sulla sua infanzia e sulla sua formazione artistica si hanno poche notizie certe: il suo certificato di nascita è andato perduto nel rogo dell'Archivio di San Polo. Il suo certificato di morte ne permette, invece, una datazione approssimativa, recitando: "31 maggio 1594: morto messer Jacopo Robusti detto Tintoretto de età de anni 75 e mesi 8", e quindi lasciando risalire la data di nascita tra il Settembre e Ottobre del 1518.
Secondo ciò che racconta Carlo Ridolfi, storico vissuto in quel secolo, il giovane Tintoretto fece un breve apprendistato alla bottega di Tiziano Vecellio prima di essere allontanato per motivi ancora non del tutto chiari.
E' certo comunque lo sguardo d'ammirazione per la lezione sul colore di Tizano che viene assorbita, capita e reinterpretata in una maniera più tragica e teatrale e con una resa compositiva e luministica capace di anticipare le scene della pittura barocca.
Altra grande fonte di stimolo nel lavoro, il Tintoretto lo trova nell'arte di Michelangelo Buonarroti, che viene conosciuto a Venezia grazie alla diffusione di stampe che venivano collezionate dalle famiglie più ricche dell'epoca. La sintesi tra colore e forme plastiche che il pittore è capace di centrare, unite all'immenso impeto creativo, ne fanno uno degli autori più straordinari da ammirare nel capoluogo veneto.
Il talento di Tintoretto fu così riconosciuto anche dalle più rilevanti istituzioni del tempo, le cosiddette "grandi scuole”: simili a corporazioni o alle moderne associazioni di categoria, erano sostenute economicamente dal patriziato veneziano e svolgevano anche funzioni di Welfare, come la degna sepoltura dei morti o la dedizione per opere di bene.
Alla metà del Cinquecento venne firmato un contratto di collaborazione con la Scuola Grande di San Marco per cui fu impiegato inizialmente nei lavori di rifacimento e decorazione della Sala Capitolare dell'edificio. Di quel periodo uno dei suoi capolavori più importanti è Il miracolo di San Marco, in cui è visibile il Santo scendere dal cielo nell'atto di salvare uno schiavo dal martirio, illuminato dalla luce divina: la scena dal grande impatto vede la folla che divide i propri sguardi increduli tra il giustiziere che tiene tra le mani gli strumenti del martirio distrutti e lo schiavo disteso nudo e inerme.
I legami con la Scuola Grande continuarono e vennero realizzati altri celebri dipinti come San Marco salva un saraceno durante un naufragio, Trafugamento del corpo di San Marco e Ritrovamento del corpo di San Marco.
La consacrazione definitiva arrivò pochi anni dopo quando arrivarono le commissioni da parte della Scuola Grande di San Rocco, con cui rimase in contatto per tantissimi anni, diventandone anche membro del consiglio. Sono di questo periodo grandissimi capolavori dell'artista come le diverse storie sulla vita di San Rocco, ma anche episodi dell'antico testamento che rappresentano al meglio la pittura irruenta e tenebrosa in cui paesaggio, architettura e personaggi si fondono in un meraviglioso composto.
Parallelamente ai lavoro per la scuola di San Rocco accettò di lavorare anche per il Palazzo Ducale, oggi tra i luoghi più visitati della città, e per la Basilica di San Giorgio Maggiore dove ormai anziano dipinse un' Ultima Cena e La raccolta della Manna, i due ultimi capolavori di un genio che porta la pittura veneta del Cinquecento a nuovi straordinari livelli.
Dove vedere le opere di Tintoretto a Venezia
Paradiso, Sala del Maggior Consiglio, Palazzo Ducale
Jacopo Tintoretto è un artista ampiamente accessibile, perfettamente conservato in diverse collezioni veneziane. Veramente notevoli ad esempio le opere esposte presso le Gallerie dell'Accademia di Venezia che presenta una selezione variegata del pittore, con opere sia giovanili che mature, presentando sia i grandi capolavori realizzati per la Scuola Grande di San Marco che anche la prodigiosa ritrattistica, che costituiva una parte importante anche dal punto di vista economico per la sua bottega. Tra tutte spicca senz'altro La presentazione di Gesù al tempio e Il miracolo di San Marco.
Un luogo dove recarsi per incontrare Tintoretto è sicuramente la Scuola Grande di San Rocco, che porta impressa il nome del Tintoretto, grazie anche ad una sua mossa strategica, con la quale egli, invece di presentare dei bozzetti per il concorso indetto dalla Confraternita, collocò la tela di San Rocco in Gloria già al suo posto. Da lì partì una legame indissolubile che durò a lungo. Egli si occupò della decorazione della Sala dell'Albergo con le Storie della Passione di Cristo, la Crocifissione. La Sala Capitolare, dove si svolgevano le riunioni plenarie, ospita L'erezione del serpente di Bronzo e più di trenta opere di storie tra Antico e Nuovo Testamento. Nella Sala Terrena furono collocati invece gli Episodi dell'infanzia di Gesù ed Episodi della vita della Vergine. Impossibile raccontare, la Scuola Grande di San Rocco è un'esperienza che va vissuta!
Nella vicina Scuola è la Chiesa di San Rocco: Un complesso dove è possibile ammirare il contesto per cui tali opere sono state dipinte, con il ciclo di storie del Santo, che rappresenta un periodo di maturità stilistica e di importante successo per l'autore: San Rocco risana gli appestati, San Rocco colpito dalla peste, San Rocco risana gli animali. A queste si aggiunge la magnificenza de La piscina probatica. Rispetto alle opere musealizzate quelle come queste che preservano anche l'aspetto del contesto, hanno un fascino maggiore, pur ammettendo che la lettura dell'opera diventa un po' più complessa.
Negli edifici veneziani di culto c'è molto del lavoro di Tintoretto che in veste di pittore esegue le sue pale d'altare, dipinti che decoravano appunto lo spazio fisico delle celebrazioni. In tali luoghi è facile contemplare anche il talento come “decoratore” di mobili, organi e altri suppellettili della chiesa. Per scoprire e conoscere il suo immenso lavoro bisogna fare un grande tour di chiese e complessi ecclesiastici: la Chiesa di San Cassiano che ospita La resurrezione di Cristo con San Cassiano e Santa Cecilia insieme al La crocefissione e La discesa al Limbo; Chiesa di Santa Maria dell'Orto nei cui pressi sorge la casa dove dimorava l'artista e che oggi conserva le sue immortali spoglie,dove è possibile ammirare il Giudizio Universale, La presentazione della Vergine al tempio, La visione della Croce a San Pietro e Le quattro virtù capitali; la Basilica della Madonna della Salute che in una cappella laterale custodisce Le nozze di Cana; la Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti nella cui pala è dipinta l'Assunzione di Maria; Chiesa di San Marziale con San Marziale in gloria con i Santi Pietro e Paolo; Chiesa di San Polo in cui trionfa una nuova versione de L'ultima cena; Chiesa di San Trovaso in cui troverete Le tentazioni di Sant'Antonio; Chiesa di San Silvestro con il magnifico Battesimo di Cristo; Chiesa di San Giorgio Maggiore dove si trovano i suoi ultimi capolavori: Raccolta della Manna, ancora un'Ultima cena e Deposizione nel sepolcro.
All'interno del percorso (oggi museale) di Palazzo Ducale, in cui ha lavorato, si possono vedere anche i diversi ambienti con dipinti di grandi dimensioni olio su tela, tra cui, la Sala del Maggior Consiglio, uno dei simboli della antica Repubblica Veneziana, in cui è possibile ammirare il grande Paradiso, tra i suoi capolavori più straordinari: si tratta di una delle tele più grandi al mondo, grazie alla sua estensione par a 22 metri di lunghezza per 7,5 di altezza, che fa da sfondo all'altrettanto vasta Sala dove si riuniva il cuore dell'amministrazione della Serenissima, e proprio dove sedeva il Doge. Difatti la "committenza" aveva richiesto una rappresentazione del Paradiso che visivamente ed illusoriamente includesse la tribuna dove trovava posto il Doge, e che al contempo si creasse un diretto collegamento tra la divinità dipinta e la luce che irradia e il sovrano della Serenissima.
Talmente bello che John Ruskin la definì "Non esito a sostenere che questa immagine sia di gran lunga l'opera d'arte più preziosa di qualsiasi tipo, ora esistente nel mondo"
Assolutamente da non perdere!
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