La Festa delle Marie, oggi legata ai festeggiamenti del Carnevale, è una delle tradizioni più antiche che Venezia ricordi e rinnovi ogni anno. Una delle poche manifestazioni pubbliche, in bilico tra il sacro e il profano, che vedevano il popolo con un ruolo da protagonista, e non solo come semplice figurante.
Ma l'evolversi della festa manifestò anche una sorta di spirito interclassista da parte della Serenissima, pur restando profondamente e saldamente oligarchica.
Le origini della festa: da fanciulle fortunate a 'Marie de tola'
La tradizione delle Marie pare risalire addirittura al IX secolo, quando in occasione della Purificazione di Maria, solitamente festeggiata il 2 febbraio, nella Chiesa di San Pietro di Castello venivano benedette 12 giovani fanciulle e i loro rispettivi sposi, coppie che sarebbero convolate a nozze entro l'anno.
Le spose venivano adornate con preziosi vesti e opulenti gioielli donati dalle famiglie nobili della città: i monili venivano custoditi in piccoli contenitori in legno, detti arcelle, realizzati per l'occasione e abilmente intagliati da esperti artigiani. I nobili partecipavano anche con laute donazioni, al fine di costruire la dote nuziale delle fanciulle, sempre appartenenti al popolo e quindi senza grandi mezzi.
La cerimonia era molto sentita, non soltanto per la valenza religiosa, ma perché mirava ad incrementare i matrimonio in una città non molto popolata, ma soprattutto a creare un legame non solo apparente tra i ceti meno abbienti della società e le alte sfere della nobiltà.
La manifestazione poi metteva in risalto la figura femminile, molto spesso relegata ad un piano inferiore, esaltando il suo ruolo anche come moglie e madre, come se le sorti della società dipendessero da loro. E ancora, rendeva protagonista di una celebrazione così sentita proprio il popolo che godeva di pochi spazi e rari svaghi: una sorta di placebo ma di cui la popolazione stessa aveva il suo buon tornaconto, continuando pur tuttavia a mantenere vivo il sentimento di riconoscimento verso le famiglie ricche della Repubblica.
Dal 946 al 1343
Le cose andarono bene fino al 946, quando durante la cerimonia a Castello, un gruppo di pirati istriani rapì le fanciulle, attirati dai loro gioielli. L'avvenimento sconvolse tutti i veneziani ma non impedì loro di farsi giustizia: complice la poca astuzia dei pirati che si trattennero in Laguna a spartirsi il bottino invece di fuggire lontano, una spedizione di veneziani partì subito all'inseguimento dei malfattori.
Intercettati a Caorle, gli istriani furono uccisi e le ragazze con la preziosa refurtiva furono riportate ai loro sposi e alle loro famiglie. I liberatori furono accolti con entusiasmo e riconoscenza, e il Doge, Pietro III Candiano, chiese loro come volessero essere ricompensati per l'eroica impresa. Questi, che appartenevano alla Parrocchia di Santa Maria Formosa, unica dedicata al culto di Maria, chiesero che il valoroso gesto fosse ricordato ogni anno con una visita solenne alla Vergine. Il Doge accettò la richiesta e l'appuntamento fu introdotto nel calendario dei suoi impegni ufficiali, e la Chiesa divenne luogo della manifestazione popolare.
Da quel terribile episodio fu stabilito, inoltre, che invece di celebrare lo sposalizio delle coppie, la festa diventasse l'occasione di un aiuto concreto per le ragazze povere: 12 ragazze, scelte da un fortuito sorteggio, venivano affidate ad altrettante nobili famiglie che avrebbero provveduto a loro e alla loro dote, conducendole fino al matrimonio.
La festa così stabilita aveva sempre il suo principio a San Pietro di Castello, dove il Vescovo donava benedizione alle fanciulle, per poi proseguire con la processione fino a San Marco per la cerimonia alla presenza del Doge all'interno della Basilica. E ancora, si continuava con un banchetto a Palazzo Ducale ed una sontuosa sfilata sul bucintoro lungo il Canal Grande tra ali di folla festante che gremiva rive e affacci di palazzi, per concludersi poi con l'omaggio alla Vergine a Santa Maria Formosa.
Dal 1343 ad oggi
Con il passare del tempo la festa però degenerò, sia perché il sorteggio creava malumori e proteste, sia perché i nobili non voleva più sobbarcarsi quell'onere. Ma anche perché le ragazze che sfilavano erano spesso oggetto di comportamenti poco eleganti da parte degli uomini accorsi a vederle.
Così, nel 1343 le fanciulle furono sostituite con delle sagome in legno decorate e dipinte, a cui fu dato il nome di "Maria de tola" (donna di legno): l'espressione passò ben presto ad indicare una donna senza forme femminili, carente di emozioni ed impettita. Addirittura da qui pare deriverebbe anche il termine "marionetta", per indicare un fantoccio privo di capacità cognitive.
Queste sagome divennero però subito bersaglio per i veneziani che mostravano il loro disappunto per la sostituzione delle fanciulle e l'abolizione dell'aiuto economico da parte delle nobili famiglie, scagliando contro sassi, ortaggi e oggetti di varia natura. Fu addirittura emanata una normativa al fine di scongiurare tali abietti comportamenti, che sanzionava con la galera tutti coloro che si fossero resi colpevoli di lanci e atti ignobili durante la manifestazione.
La situazione però divenne eccessivamente pericolosa e dopo soli 30 anni la festa fu abolita.
La festa delle Marie oggi: il legame con il Carnevale
Dopo ben sette secoli di assenza la reintroduzione della festa delle Marie si deve a Bruno Tosi, noto giornalista e operatore culturale, che ha legato, con grande intuizione, l'antica tradizione ai festeggiamenti del Carnevale.
La celebre penna, istituendo il concorso delle Marie, ha rilanciato la rievocazione del rapimento e della liberazione delle fanciulle del 946. Così ogni anno il corteo delle Marie è uno dei primi e tanto attesi appuntamenti del Carnevale: 12 ragazze veneziane di età compresa tra i 18 e i 28 anni sfilano da San Pietro di Castello lungo l'elegante Riva degli Schiavoni, fino ad arrivare al cospetto del Doge in Piazza San Marco.
Attorniate da circa 300 figuranti, riportano in luce e rinnovano ogni anno la secolare manifestazione popolare, richiamando l'interesse di cittadini e turisti, e dando l'occasione di ammirare i costumi dell'antica tradizione veneziana.
Una serie di appuntamenti poi, in bilico tra le evocazioni storiche ed eventi mondani, consentiranno ad una giuria di conoscere le candidate al concorso. Il giorno del Martedì Grasso verrà eletta la Maria più bella e presentata in Piazza San Marco a popolo: sarà lei che l'anno seguente vestirà gli abiti esclusivi dell'Angelo che volando dal Campanile sancirà l'inizio del Carnevale.
Fanciulle, Marie e angeli... a Venezia a Carnevale tutto vale!
Per il Corteo delle Marie del 2023, consulta quest'articolo sul CARNEVALE 2023.
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