La vittoria veneziana nel turismo alle porte del XX secolo
La città di Venezia è ricca di edifici storici che, nonostante la perdita delle loro funzioni, hanno mantenuto la loro integrità e magnificenza nel corso del tempo, diventando dei luoghi d’interesse di primo ordine: lo storico Hotel des Bains, ubicato al n° 17 del Lungomare Guglielmo Marconi del Lido, è un chiaro esempio di opera architettonica nata per fini turistici che non ha perso valore malgrado la chiusura. Costruito nel 1900 sulla rinomata isola del Lido di Venezia, cavalcò l’onda dell’affermazione del luogo come grande stazione balneare, rinomata e conosciuta a livello europeo nonché premiata per gli impianti moderni che ospitava all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1884: un successo per la città veneziana che ha potuto mostrare la sua avanguardia agli oltre 14.000 espositori e circa tre milioni di visitatori.
La nascita dell’Hotel des Bains: un binomio di splendore e avanguardia
Dopo la premiazione a Torino della Società Civile Bagni Lido, ovvero un’insieme di impianti balneari affermati istituita nel 1872, la città di Venezia investe molte delle sue risorse per l’edificazione di strutture di enorme grandezza destinate alla magnificenza, come l’Hotel des Bains e il fratello minore Hotel Excelsior, costruito otto anni dopo. L’inaugurazione dell’Hotel fu un momento di grande gioia: il 5 luglio del 1900 alle 19:00 furono aperte le porte al pubblico e il complesso fu sede di una grande festa fino alla mattina dopo. Lo sfarzo derivava da una modernità senza precedenti per quell’epoca, infatti fu dotato fin da subito di illuminazione elettrica, telefoni, ascensori, bagni privati, acqua potabile, frigoriferi e ghiacciaie. Nell’arco dei dieci anni successivi, numerosi furono i progetti destinati all’ampliamento della struttura per accrescerne la magnificenza, ma non tutti furono attuati: seppure l’albergo fu ampliato inglobando una palazzina esterna, l’ingresso dell’Italia in guerra non permise alle banche inglesi di finanziare un tunnel che collegava il centro di Venezia con il Lido. Grazie alla fama dell’hotel, l’interesse europeo verteva sulla realizzazione di un collegamento lungo 3 km non solo pedonale, ma che avrebbe ospitato anche tram, tubature dell’acqua, cavi telegrafici e telefonici nonché posta pneumatica. L’hotel inizialmente aveva 50 camere ma prima del Primo Conflitto Mondiale il numero aumentò fino a 191.
L’altalenante passato dell’Hotel fino alla definitiva chiusura
Durante il periodo belligerante, l’Hotel des Bains chiuse e fu privato d’acqua, motivo principale dell’incendio divampato nel 1916 che distrusse l’albergo in poche ore. La città di Venezia non poteva permettere che la magnificenza della struttura fosse solo un ricordo, ed è per questo che si impegnò attivamente fino alla riapertura avvenuta nel 1919, periodo nel quale divenne, insieme a tutta la località balneare del Lido, una tappa obbligatoria per l’aristocrazia e borghesia nazionale e internazionale: la lussureggiante Belle Époque invadeva le strade di Venezia e del Lido, e gli ospiti erano soliti passare intere giornate in spiaggia in abiti eleganti. Questo ritorno alla grandezza primordiale permise all’Hotel di restare aperto durante gli albori del Secondo Conflitto Mondiale, differentemente dal primo, e, requisito dai tedeschi nel 1943 per farne un circolo ricreativo, questi minarono i terreni circostanti, dalla spiaggia a sud fino al parco a nord. Al termine del conflitto, l’Hotel des Bains ritornò in mano a Venezia: l’albergo simbolo del Lido acquisiva sempre più fama fino a quando, nel 1966, fu chiuso a causa di una disastrosa ondata di maltempo che distrusse la zona balneare portando fino all’Hotel detriti della stessa, acqua e sabbia. Dopo alcuni anni di chiusura, l’Hotel fu riaperto dopo esser stato adibito a set cinematografico nel 1971 per il film Morte a Venezia dal regista Luchino Visconti, riportando sul grande schermo lo splendore che pareva perduto. Nel 1995 entra a far parte del gruppo Sheraton International di una catena alberghiera statunitense che aveva acquisito l’anno prima la Compagnia Italiana Grandi Alberghi, società per azioni con sede a Venezia, creando un nuovo marchio dedicato con il nome di “The Luxury Collection”. Nel 1998 la Sheraton International fu acquistata dalla Starwood Hotels & Resorts Worldwide, Inc, e di conseguenza anche l’Hotel des Bains. Dopo un periodo di attività sotto un grande marchio multinazionale, nel 2010 l'Hotel chiuse per essere trasformato in un complesso di lussuosi appartamenti, con il nome di “Residenze des Bains”; i lavori, però, furono interrotti prima del completamento e, ad oggi, sono sospesi: tra il 2017 e il 2018 sono stati spesi circa 10 milioni di euro per il des Bains e per l’Excelsior, ma l’effettivo investimento per il des Bains che dovrebbe partire nel 2021 e che durerà almeno tre anni sarà di almeno 60 milioni di euro. Ancora è presto, quindi, per poter dire se l’Hotel sarà sede di lussuosi appartamenti o ritornerà ad essere l’Hotel che è sempre stato.
Un edificio veneziano progettato e realizzato da mani veneziane
L’edificazione dell’Hotel des Bains fu determinante non solo per l’urbanizzazione dell’isola del Lido, ma anche come affermazione della stessa in ambito architettonico e stilistico: realizzato da Raffaello e Francesco Marsich, due fratelli nati in provincia di Udine, l’Hotel si presenta come un corpo centrale a sei piani unito a due corpi laterali a cinque piani, creando un unico complesso abbracciato frontalmente da un maestoso ingresso e lateralmente e posteriormente da un parco ricavato da un bosco secolare ricco di varietà di piante. I due fratelli adottarono uno stile coerente con l’epoca, progettando l’Hotel con un sobrio stile Liberty: l’ingresso, rialzato mediante dieci scalini, fa da base a otto colonne frontali e due posteriori, offrendo alle due centrali maggiore spessore. Alzando lo sguardo verso l’alto noterai una terrazza, posta esattamente sulle colonne, e i cinque piani rimanenti che terminano con un’orologio centrale in vetro. Nel 1905 viene costruita nella parte più antica dell'hotel un salone, che oggi prende il nome di Sala Visconti, in onore al celebre regista, con pianta ottagonale minuta di un ballatoio di affaccio alla zona sottostante ed una balaustra in ferro battuto: l’illuminazione interna deriva da un grande lampadario in vetro di Murano realizzato dai fratelli Barovier. Oggi l’Hotel presenta un assetto diverso, dati gli interventi effettuati tra il 1924 e il 1926, realizzati dall'ingegnere Giovanni Sicher e dall'architetto De Luigi, che hanno dotato l'Hotel di nuove sale: la sala Thomas Mann, dedicata allo scrittore tedesco, e l’enorme ristorante, caratterizzati da una lussuosa eleganza offerta dalle decorazioni in stucco bianco e dorate.
Il ruolo dell’Hotel des Bains nella storia del cinema
Successivamente l’incidente provocato dal maltempo nel 1966, l’Hotel des Bains fu scelto come set cinematografico di due film che hanno fatto la storia del cinema: ispirato all’opera letteraria “Der Tod in Venedig” di Thomas Mann scritta proprio all’interno dell’edificio, il regista Luchino Visconti nel 1971 dirige il film omonimo Morte a Venezia, vincendo un David di Donatello, quattro Nastri d’Argento, un Globo d’oro, quattro Premi BAFTA, il Premio del 25° Anniversario al Festival di Cannes e fu candidato al Premio Oscar nella categoria “Migliori costumi”, dato l’impegno di ricreare un ambiente riconducibile agli anni 20. Nel 1997 Anthony Minghella girò alcune scene de Il paziente inglese che, tra i numerosi riconoscimenti, vinse ben nove Premi Oscar. Oggi l’Hotel rivive la magnificenza di un tempo grazie alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, ospitando nella hall un bellissimo allestimento fotografico legato al festival, ai registi, agli attori e agli sceneggiatori.
Una tappa obbligatoria per ospiti provenienti da ogni parte del globo
Numerosissimi sono i personaggi che hanno soggiornato più volte all’interno dell’Hotel, tra cui in primis lo scrittore premio Nobel per la letteratura Thomas Mann che nel 1911 scrisse il suo capolavoro già menzionato che 60 anni dopo è divenuto un’opera cinematografica; alloggiò il coreografo russo Sergej Pavlovič Djagilev, che vi morì nel 1929, la giornalista statunitense Elsa Maxwell, lo scià di Persia Reza Pahlevi, il re Farouk d'Egitto, Adolf Hitler, che incontrò per la prima volta Mussolini, Henry Ford, Giuseppe Volpe, Conte di Misurata a cui si deve la nascita della Mostra del Cinema di Venezia, e molti altri ancora. Durante i giorni d’agosto della prima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica svolta nel 1932, le sale dell’Hotel si riempirono di artisti provenienti da tutto il mondo: dalla filantropa, attrice e stilista Liz Taylor a Robert de Niro.
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