Ubicato nel centralissimo sestiere San Marco, Museo Fortuny prende il nome dal suo ultimo proprietario Mariano Fortuny y Madrazo, scenografo, artista, stilista, uomo eclettico e poliedrico che acquistò il palazzo alla fine dell’800 per farne il suo atelier, da allora venne chiamato Palazzo Fortuny. Se sei un amante dell’arte, della moda e di quella energia creativa che con brio mette in moto la fantasia considera una visita al Museo Fortuny come una tappa fondamentale del tuo viaggio a Venezia.

Visitare Museo Fortuny significa immergersi nell’estro di un artista geniale, entrare in contatto con il suo mondo e condividere i processi creativi che davano vita alle opere e le innovazioni di Mariano Fortuny. Alla sua morte la moglie Henriette donò il palazzo al Comune di Venezia, oggi fa parte del circuito dei Musei civici di Venezia ed è incluso all’interno del Venice Pass, card che in una singola scheda ti permetterà l’accesso alle principali attrazioni della Laguna, con anche l’accesso illimitato ai mezzi di trasporto acquatici, vantaggio utilissimo per visitare Venezia senza troppi pensieri.  

Il Museo Fortuny e la sua storia

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Situato in uno dei punti nevralgici della bella Venezia, a pochi minuti a piedi da Piazza San Marco, il Museo Fortuny trova spazio all’interno di un affascinante palazzo in stile tardo gotico, uno dei migliori esempi di architettura gotica veneziana. Mariano Fortuny rimase colpito dall’innegabile bellezza, all’epoca decadente, di questo edificio e decise di acquistarlo per realizzare il suo atelier artistico. All’inizio del XX secolo iniziò dei graduali ma costanti lavori di recupero fino a riportarlo al suo splendore iniziale.

Il Palazzo risale al XV secolo, fondato dai nobili Pesaro, che vi abitarono fino al XVIII secolo, per un periodo divenne anche sede dell’Accademia Filarmonica degli Orfei, da cui prese il nome Palazzo Pesaro degli Orfei, con cui era chiamato prima di essere ribattezzato Palazzo Fortuny. Al piano terra si apre una grande corte interna, ai cui lati due enormi portici, lunghi ben 45 metri, permettono alla luce di invadere e illuminare il grande spazio. Fu proprio la luce l’innegabile polo attrattivo di Mariano Fortuny, luce che divenne fulcro del suo atto creativo e filo conduttore delle sue opere.

Chi era Mariano Fortuny y Madrazo

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Molto difficile racchiudere Mariano Fortuny in una singola definizione, Mariano Fortuny si dedicò alla pittura, alla fotografia, all'incisione, alla scenografia, alla scenotecnica, all’illuminotecnica e alle arti applicate, si occupò anche di moda. Con la moglie Henriette Negrin fondò la fabbrica per la produzione industriale delle sue stoffe in cotone e aprì boutique nelle maggiori capitali europee. Grande sperimentatore, a lui si devono varie invenzioni nel campo della scenotecnica teatrale e nella moda.  

Figlio d’arte, nacque a Granada nel 1871, dalla Spagna si spostò a Parigi e da lì all’età di 18 anni a Venezia, qui frequentò i maggiori circoli letterari e artistici della Laguna, tra i suoi amici: Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti, Eleonora Duse, Hugo von Hofmannsthal, la marchesa Casati. Nel 1900 realizzò alcune scene e costumi per la prima assoluta del Tristano e Isotta alla Scala di Milano. Contemporaneamente iniziò a lavorare all’idea della “Cupola” un sistema illuminotecnico complesso che rivoluzionò la scenotecnica del tempo e trovò applicazione già all’epoca nei maggiori teatri. Nel 1924 sposò Henriette e fu con lei che creò Delphos, abito tunica in seta plissettata che lo rese famoso in tutto il mondo; infatti, è proprio a Fortuny che si ricollega l’ideazione della plissettatura e il relativo brevetto.

Le collezioni del Museo Fortuny

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Le collezioni presenti all’interno del Museo Fortuny comprendono i vari ambiti artistici di cui Mariano Fortuny si è occupato; particolare attenzione hanno la pittura, la fotografia, la luce, il tessile e i grandi abiti. La collezione pittorica comprende 150 dipinti di Mariano Fortuny, appartenenti a vari periodi della vita dell’artista a partire dallo studio di nudo femminile eseguito a soli 17 anni, interessante scoprire nei dipinti la ricerca interdisciplinare dell’artista che racchiude il suo spirito poliedrico, come per esempio gli intrecci tra pittura e fotografia e pittura, teatro e musica; questi spunti ben raccolgono l’anima artistica di Fortuny. All’interno dell’esposizione grande spazio è dato alla luce, motivo dominante della ricerca di Fortuny, sono esposte lampadari e lampade in tessuto stampato e dipinto e le lampade a diffusore Fortuny.

La collezione fotografica copre un arco di tempo che va dal 1850 fino alla Seconda Guerra Mondiale e alla produzione di Fortuny è affiancato un ricco gruppo di immagini del fondo dei Musei Civici Veneziani. Infine, è esposta la straordinaria produzione tessile e di moda di Fortuny, incluso il più grande successo dell’artista: il Delphos, realizzato nel 1909, questo è una semplice tunica monocromo, ispirato agli abiti degli antichi greci, caratteristica principale dell’abito Delphos era la finissima plissettatura. Ogni veste poteva raggiungere fino a 450 pieghe. Il Delphos fu indossato da famose dame dell’aristocrazia e della nobiltà internazionale, così come da divine danzatrici e attrici, che ne sancirono il successo mondiale.

Gli atelier di Mariano Fortuny

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A racchiudere i veri tesori dell’arte di Fortuny è il secondo piano dell’edificio dedicato alla biblioteca e agli atelier che l’artista utilizzava per creare le sue opere. Il cuore pulsante da cui emanava l’anima di bibliofilo di Mariano Fortuny è la biblioteca, una stupenda sala illuminata da giganti finestre in stile gotico ricca di testi, oggetti, curiosità, strumenti e soprattutto libri rari, preziose riviste, volumi di storia, arte, arti applicate, scienza e tecnica. Tutto meticolosamente sistemato e ordinato dai coniugi Fortuny, è qui che si rifugiavano nei momenti di studio e ricerca, li immaginiamo in questo ambiente appassionati e curiosi lettori.

Nel sottotetto di palazzo Fortuny troviamo i vari atelier, a partire da quello dedicato all’incisione, arte che condivideva con il padre, l’atelier dedicato al teatro e all’illuminotecnica; l’atelier fotografico, varie le apparecchiature qui presenti per le sue sperimentazioni sulla ripresa, lo sviluppo e la stampa delle fotografie; la fotografia era una fonte di ispirazione, una tecnica funzionale alla realizzazione di creazioni in altri ambiti, come la pittura, il teatro e le stoffe. Proseguendo nella ricca ricerca di Fortuny troviamo anche il laboratorio dedicato alla moda e ai tessuti che in poco tempo diventò una fabbrica in cui erano impiegati un centinaio di lavoratori, da cui poi nacquero le boutique in varie capitali europee. Visitare questi ambienti ti darà modo di scoprire la cifra della ricerca e delle sperimentazioni di Mariano Fortuny e il suo profondo legame con Venezia.

Le esposizioni temporanee: Le sincronie di Sergio Monari

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Il piano terra del Museo Fortuny offre anche esposizioni temporanee. In questo momento e fino al 5 maggio 2025 in mostra Le sincronie di Sergio Monari. Sono sculture che si pongono come riletture critiche della società contemporanea, partendo dai modelli e dalla concezione estetica classica.

Le sculture di Monari sono in grado di evocare con grande forza narrativa un forte messaggio, che ci porta all’urgenza di recupero della dimensione spirituale all’interno della nostra epoca materialista. Sergio Monari, classe 1950, è conosciuto soprattutto per il suo lavoro nella scultura e per la sua straordinaria capacità di attualizzare temi universali