Anche quest'anno Venezia festeggia il Redentore!

Il 18 luglio, terzo sabato del mese, come da tradizione si accendono in Laguna le luci della notte più magica. Ma stavolta, questa festa sarà più emblematica che mai, forse la più simbolica da quel lontano 1576, quella che sembra avere più analogie con le sue origini, non essendo più celebrazione, ricordo, ma vera e propria richiesta: in quegli anni si ricercava la grazia al Cristo Redentore per sconfiggere la peste, oggi il cuore e le preghiere di tutti chiedono la liberazione da questo nemico comune e invisibile che ci ha messo tutti in ginocchio. Con grande forza e tenacia ci siamo rialzati, ancora combattiamo ed è questo il motivo per cui il Comune e la popolazione hanno voluto fortemente che la festa si celebrasse anche in questo terribile 2020: ricominciare a vivere! Il senso religioso si sposa col folklore e la gioia, e quest'anno si unisce anche la grande voglia di ripartire.

Lo stiamo facendo e lo faremo con senso civico e grande responsabilità, ed è per questo che la notte più magica di Venezia sarà si diversa, ma non certo meno empatica e carica di fascino!

Ma facciamo un passo indietro...

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Era il 4 settembre del 1576 quando il Senato della Serenissima decretò che fosse edificata una maestosa chiesa consacrata al Cristo Redentore quale ex voto per liberare Venezia dalla peste che aveva già ucciso circa 50.000 persone, un terzo della popolazione cittadina di allora. La prima pietra fu posata il 3 maggio del 1577 sull’isola della Giudecca. Il progetto fu curato dal padovano Andrea di Pietro della Gondola, meglio conosciuto con il suo pseudonimo Palladio, a quel tempo architetto capo della Repubblica, quella che oggi definiremmo una vera e propria archistar. Possiamo dire che quel voto tanto voluto dal Doge Alvise Mocenigo portò al risultato sperato: la fine della peste. Così, nel luglio di quell'anno si tenne al prima celebrazione di ringraziamento verso quella che era ancora una chiesa in costruzione, e da allora, in memoria di quel giorno i festeggiamenti si svolgeranno con cadenza annuale nella terza settimana dello stesso mese. E proprio come fecero il Doge, il Patriarca e il popolo veneziano in quel lontano anno, la processione verso la chiesa avviene grazie alla costruzione del ponte votivo, una struttura poggiata su barche quale collegamento tra la città (Fondamenta Zattere) e il Redentore, sulle acque del Canale della Giudecca.

La festa 2020: un Redentore romantico e responsabile

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Come preannunciato, la Città di Venezia ha voluto fortemente che la festa del Redentore vedesse la luce anche in questo 2020 scandito dall'emergenza Covid-19. Ciò che il Comune ha voluto trasmettere ai propri cittadini e ai turisti è la voglia di ripartire, di riappropriarsi degli spazi comuni nonché delle tradizioni culturali e religiose legate al territorio. "Bisogna ricominciare a vivere ma occorre farlo con responsabilità e con tutte le garanzie necessarie", queste le parole del sindaco Luigi Brugnaro, ed è per questo che il Redentore si riveste in questo 2020 di una grande valenza simbolica perchè è l'occasione per dare un messaggio diverso, di positività e di speranza, di quella fiducia nel futuro di cui tutti abbiamo tremendamente bisogno. Ovviamente, come ha voluto sottolineare il primo cittadino, i festeggiamenti avverranno con il senso di responsabilità che ha sempre connotato Venezia, ponendo quindi particolare attenzione sulle modalità di svolgimento dell'evento, garantendo la sicurezza di tutti, veneziani e turisti. Il suggestivo ponte votivo sarà, come da tradizione, scenario dell'inaugurazione delle celebrazioni il venerdì 17 luglio (!!!) a cui presenzieranno il sindaco, il Patriarca, Francesco Moraglia e le principali autorità cittadine, e che darà il via alle funzioni liturgiche. Non solo il ponte a sottolineare il collegamento tra la terraferma e l'isola, ma anche le tipiche luminarie, accese da sabato 18 luglio, che andranno ad adornare la Fondamenta delle Zattere e della Giudecca, creando un continuum tra terra e mare in un meraviglioso gioco di luci ed ombre, che solo Venezia sa regalare. Sempre nella serata di sabato, la musica invaderà tutto il Canal Grande grazie ai "freschi notturni" che diffonderanno tipologie diverse di musica, per accontentare tutti, in un percorso che partirà dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia, arrivando poi fino a Punta della Dogana e alla Giudecca. La serata musicale continuerà, grazie alla collaborazione degli esercenti che metteranno a disposizione i plateatici dei loro locali per offrire musica e concerti. Domenica 19 luglio non mancheranno le tradizionali regate di voga alla veneta, in cui adulti e giovanissimi gareggeranno nelle rispettive categorie per aggiudicarsi il podio, regalando agli spettatori uno spettacolo avvincente. Non mancheranno le tipiche tavolate sulle rive della Giudecca, durante le quali, in uno spirito di convivialità verranno consumate pietanze tipiche della festa quali la pasta e fasioi, le sarde in saor, i bigoli in salsa, i bovoleti, anatra ripiena e l'immancabile anguria, il tutto annaffiato dalle classiche ombre de vin e ghiacciati spritz! La magica notte del Redentore da tradizione termina all'alba della domenica con un bagno nelle fresche acque del Lido, e sono certa che anche quest'anno non mancheranno gli avventori!

L'unico elemento mancante di questo Redentore 2020 saranno i fuochi d'artificio che, seppur tra i più belli ed attesi al mondo, avrebbero causato assembramenti eccessivi. Il sindaco, nella conferenza stampa tenutasi il 9 luglio, si è scusato con i cittadini prendendosi la responsabilità della propria decisione, definendola una scelta di coscienza, prima di tutto. È giusto comunque sottolineare che, nonostante lo spettacolo pirotecnico abbia sempre rappresentato un aspetto fondamentale del Redentore, anche questa edizione, nonostante questa sostanziale mancanza, sarà in grado di donare in questi tre giorni, al di là dell'aspetto religioso, spensieratezza e serenità nonché un'occasione per poter vivere la magia di Venezia.

È proprio questa assenza che renderà il Redentore 2020 meno scenografico, ma più intimo, caldo, romantico. Come sempre, da non perdere!

La chiesa: il tempio di Palladio e di tutti i veneziani

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La Chiesa del Santissimo Redentore (qui), concepita da Palladio secondo canoni dell'architettura classica, si manifesta all'osservatore come un tempio che sorge dalle acque del Canale della Giudecca. Gli elementi che subito saltano all'occhio sono la ripida scalinata e la maestosa facciata in marmo bianco, in cui gli elementi costitutivi quali i timpani, le colonne e le statue sono sapientemente posizionate da Palladio mostrando sì la tipica rigorosità dello stile classico, ma creando altresì una certa modernità attraverso la dinamicità ottenuta dalla sovrapposizione di piani sequenza. Come per i templi dell'antichità, il Redentore nasce da un'esigenza specifica: accogliere una moltitudine di persone riunitesi per ringraziare Dio nel giorno della celebrazione della fine della peste. Quindi, per Palladio, la struttura dell'edificio è definita dallo scopo per cui è stata progettata, non il contrario.
L'interno della struttura è volutamente molto semplice: nessuna presenza di marmi o decorazioni, bensì superfici lisce e una navata centrale lungo la quale, su ambo i lati, sono collocate tre cappelle. L'elemento che fa da padrone in questo splendido contesto, nella sua simbolica semplicità, è la luce. A spingere Palladio ad optare per questo stile essenziale fu la volontà dei frati Francescani, i "padroni di casa" della chiesa una volta completata, che richiesero una composizione volta alla semplicità e all'umiltà, da sempre il loro credo, in cui potesse dominare solo la presenta magnifica del Cristo Redentore. Seppur in numero esiguo comunque la chiesa si fa scrigno per delle interessanti opere d'arte, come quelle di Domenico Tintoretto, Palma il Giovane, Paolo Veronese, Francesco Bassano, Pietro della Vecchia, Alvise Vivarini.

Redentore 2020: il programma

L'amministrazione comunale, in accordo col presidente della Regione Luca Zaia, ha assicurato che lo svolgimento della festa seguirà le direttive anti-Covid, proprio per garantire la sicurezza dei partecipanti, così come annunciato dal primo cittadino Brugnaro.
Sarà possibile organizzare le tradizionali tavolate all'aperto per cenare sulle rive, ma sarà indispensabile la prenotazione dei posti, ed è ad esclusivo appannaggio dei residenti nel centro storico. Il numero massimo di partecipanti consentito per ogni gruppo sarà di 18 persone e le varie tavolate dovranno essere sistemate ad almeno 1 metro di distanza. Ogni tavolata dovrà disporre di una soluzione idro-alcolica per la disinfezione delle mani e dovrà usufruire di stoviglie biodegradabili per una festa plastic-free.
Per il modulo di prenotazione cliccare qui.
Disposizioni anche per chi sceglie di godersi la festa dalle acque del Bacino San Marco e dal Canale della Giudecca: è assolutamente vietato ormeggiare 2 o più barche insieme. Le barche dovranno tenere una distanza tra loro di almeno 1 metro. Il numero dei partecipanti a bordo di ogni imbarcazione dovrà essere ridotto al fine di garantire una opportuna distanza: per questo si fa affidamento alla discrezione e alla responsabilità dei singoli capitani delle imbarcazioni.

Il programma Redentore 2020:

Venerdì 17 luglio 

  • Dalle ore 20:30 Apertura del ponte votivo (aperto fino alla mezzanotte di domenica 19 luglio)

Sabato 18 luglio

  • Accensione delle luminarie lungo le rive delle Zattere e della Giudecca
  • Dalle 19:00 alle 23:00 Musica itinerante in Canal Grande, Bacino di San Marco, Zattere e Giudecca

Domenica 19 luglio

Inizio delle regate (il percorso si snoda lungo il canale della Giudecca)

  • Ore 16:00 regata su pupparini a due remi dei giovani
  • Ore 16:45 regata su pupparini a due remi
  • Ore 17:30 regata su gondole a due remi
  • Ore 19:00 Santa messa votiva presso la Chiesa del Santissimo Redentore


Nota Bene: Da venerdì sera fino a domenica sarà attiva la linea sostitutiva del Ferry San Nicolò – Punta Sabbioni e in via straordinaria sia il sabato che la domenica, con due corse all’andata e due pomeriggio al ritorno, sarà fatto un ferry straordinario dal Tronchetto, lungo il Vittorio Emanuele, fino agli Alberoni, riservato a pedoni e ciclisti.