Non è una leggenda urbana né una trovata sensazionalistica, ma una domanda reale, sostenuta da dati e osservazioni scientifiche: Venezia sta sprofondando? Ogni anno la città scivola lentamente verso il basso, mentre il livello del mare continua a salire, spinto anche dagli effetti del cambiamento climatico

Il 2025 ha già registrato nuovi casi della cosiddetta acqua alta, un fenomeno ciclico che può sommergere piazze e calli, trasformando Venezia in uno scenario affascinante, ma difficile da vivere sia per i residenti che per i turisti. In questo contesto, strumenti come il Venice Pass possono aiutarci a organizzare meglio la nostra esperienza in città, soprattutto nelle giornate più a rischio.

L’acqua alta è un segno che la situazione rimane critica nonostante l’attivazione del MOSE, il sistema di dighe mobili progettato per proteggerla. Ma quanto velocemente sta sprofondando Venezia? È ancora sicuro visitarla? E soprattutto, quale futuro attende la fragile e meravigliosa città lagunare?

Cos’è la subsidienza? I dati scientifici e l’innalzamento del livello del mare

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Dietro al lento abbassamento di Venezia c’è un fenomeno chiamato subsidienza. Cosa significa? È un termine che indica il progressivo sprofondamento del suolo, causato da fattori naturali e umani, come l’estrazione di acqua sotterranea nel passato. 

Secondo studi condotti dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Venezia si abbassa di circa 1-2 millimetri all’anno. A questo si aggiunge un altro fenomeno cruciale: l’innalzamento del livello del mare, stimato in circa 3 millimetri all’anno lungo le coste dell’Adriatico.

La combinazione tra subsidienza e aumento delle acque è il motivo per cui le inondazioni, cioè l’acqua alta, sono divenute sempre più frequenti e intense negli ultimi anni. Questi dati ci aiutano a capire la reale vulnerabilità di Venezia, e le sfide che la città dovrà affrontare in un futuro che è sempre più prossimo.

MOSE: come funziona la barriera e i risultati recenti

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MOdulo Sperimentale Elettromeccanico: ecco cosa significa l’acronimo MOSE, uno strumento che, per i turisti e tutti coloro che si chiedono se Venezia sta sprofondando, rappresenta una speranza concreta per la salvaguardia della città.

La struttura del MOSE consiste in una serie di paratie che si sollevano per bloccare l’ingresso dell’acqua alta dalla laguna, riducendo il rischio di allagamenti nelle giornate più critiche. È stato attivato per la prima volta nel 2020, dopo una lunga fase di collaudo, e si è dimostrato molto utile nel limitare i danni e preservare le aree urbane più vulnerabili. 

Tuttavia, affidarsi solo al MOSE non è una soluzione definitiva: per essere davvero efficace, il sistema, che va attivato con alcune ore di anticipo rispetto all'arrivo dell'acqua alta, deve essere integrato con altre misure di adattamento al cambiamento climatico, come migliori infrastrutture e una gestione più sostenibile del territorio

Acqua alta: quando si verifica e come prepararsi

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E se ci troviamo a visitare Venezia durante un fenomeno di acqua alta? Di certo diventa più complicato godersi la magica atmosfera del Canal Grande, di Rialto o di Piazza San Marco, ma con qualche accorgimento l’esperienza in città resta pienamente vivibile. Può capitare soprattutto nei mesi autunnali e invernali, quando le maree, i venti di scirocco e le più frequenti perturbazioni contribuiscono a far salire temporaneamente il livello della laguna.

Anche di recente si sono verificati episodi di questo tipo, a testimonianza di come la città sia esposta a questo tipo di eventi. Prepararsi, però, è assolutamente possibile. Come?

- Per i residenti: si utilizzano passerelle, pompe di sollevamento, barriere mobili e si seguono le indicazioni fornite dalla Protezione Civile e dal Comune.

- Per i turisti: è utile controllare le previsioni del Centro Maree, indossare scarpe impermeabili o stivali, pianificare visite in zone più alte o all’interno dei musei, e avvalersi di strumenti come Il Venice Pass per riorganizzare gli spostamenti e accedere a luoghi sicuri in modo rapido e flessibile.

Venezia sta sprofondando: cosa si sta facendo per salvare la città?

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Oltre al MOSE, sono attivi numerosi progetti nazionali e internazionali per proteggere la Serenissima: dalla ricerca scientifica sull’adattamento climatico alle tecnologie per monitorare in tempo reale la subsidenza e l’innalzamento del mare, fino alle politiche di tutela ambientale e pianificazione urbana. 

Ma il futuro di Venezia non dipende solo dallo studio, dalla politica e dalla tecnologia. Questi strumenti sono fondamentali, ma vanno integrati con una gestione più sostenibile del turismo e con una partecipazione attiva della comunità locale. 

In questa direzione si muove anche il Contributo d’accesso a Venezia, pensato per regolare i flussi nei momenti di maggiore affluenza e favorire una fruizione più equilibrata della città.

Puntare su infrastrutture resilienti e promuovere un modo di visitare la città più consapevole rappresentano scelte cruciali per ridurre i rischi legati ai cambiamenti climatici e per salvaguardare l’identità più autentica di Venezia.

Il ruolo del turismo tra conservazione e degrado

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Come possiamo immaginare una Venezia senza turisti? È impossibile, perché il turismo rappresenta una risorsa fondamentale tanto da un punto di vista culturale, con la presenza di attrazioni e capolavori unici al mondo, quanto da quello economico. Tuttavia, è anche un’attività che porta con sé sfide importanti per la città e per tutta la laguna. 

In questo senso, l’equilibrio tra accoglienza e conservazione è oggi al centro di un dibattito sempre più urgente, con focus sui vari aspetti sia positivi che negativi.

- Aspetti positivi: il flusso di visitatori sostiene l’economia locale, valorizza il patrimonio culturale e può contribuire al finanziamento di progetti di tutela.

- Aspetti negativi: l’eccessiva concentrazione di persone, soprattutto nei mesi di alta stagione, mette sotto pressione le infrastrutture, l’ambiente e la qualità della vita dei residenti.

Per limitare le situazioni più critiche è opportuno promuovere un turismo che rispetti i ritmi e i limiti della città, sostenendo iniziative che trasformino i visitatori in alleati attivi della sua salvaguardia.

Cosa possiamo fare come visitatori per promuovere un turismo sostenibile?

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Visitare Venezia comporta anche una responsabilità, quella di contribuire alla sua tutela con gesti semplici e consapevoli. 

Informarsi prima del viaggio sulle condizioni della città o sulle regole d’accesso al centro storico, ad esempio, ci aiuta a pianificare meglio la visita ed evitare situazioni critiche. Allo stesso modo, è importante sfruttare le risorse digitali come il Venice Pass per accedere ai principali luoghi d’interesse riducendo code, assembramenti e spostamenti superflui.

Anche scegliere tragitti a piedi, in vaporetto o in bicicletta sulle isole meno frequentate può contribuire a limitare l’impatto ambientale, mentre privilegiare negozi e artigiani locali che rispettano l’identità e i ritmi della laguna significa sostenere un’economia più equilibrata e duratura. 

Un altro modo per fare la differenza è non limitarsi alle attrazioni più famose, ma lasciarsi guidare dalla curiosità verso la Venezia meno conosciuta: quartieri tranquilli, piccole calli e luoghi da fotografare fuori dai circuiti più battuti, dove si ritrova l’anima autentica della città

Così, quando ci domandiamo se Venezia sta sprofondando e cosa possiamo fare per prendercene cura, ricordiamoci che ogni visita sostenibile rappresenta un gesto di sostegno importante: non è solo “turismo”, ma parte di un impegno collettivo per il futuro di una città meravigliosa.