Con l’arrivo delle bella stagione aumenta la voglia di stare immersi nella natura. A Mestre il verde non manca e grazie ai suoi parchi e alle porzioni di bosco ritrovato è possibile vivere un po’ di relax a pochi passi da Venezia. Oltrepassate il ponte della Libertà per qualche ora, ne rimarrete soddisfatti!


Parco San Giuliano, uno dei parchi più grandi d'Europa

Appena oltrepassato il Ponte della Libertà ecco Parco San Giuliano, una distesa verde che è possibile vedere già da lontano mentre ci si trova ad attraversare quel magico tratto di strada tra terra e acqua.

Con una superficie di 700 ettari, Parco San Giuliano è ottavo per estensione nella graduatoria dei 15 parchi più grandi d’Europa e al 19° posto nel mondo.

La storia di questo parco è davvero singolare. Si tratta infatti di un’area riqualificata dal punto di vista ambientale e paesaggistico. In passato questa zona era paludosa, poi negli ultimi decenni del secolo scorso è stata utilizzata come discarica di fanghi industriali e rifiuti urbani.

Nel 1990 il Comune di Venezia ha indetto un concorso internazionale e nel 1991 l’architetto Antonio Di Mambro, quale rappresentante del gruppo vincitore, ha iniziato a stendere il Piano Guida del Parco.

I lavori non hanno avuto vita facile a causa di alcuni motivi giudiziari che ne hanno bloccato l’avanzamento tra il 1999 e il 2000. Il Parco è stato finalmente presentato alla cittadinanza il 7 novembre 2003 e inaugurato nel 2004. Il progetto di riqualificazione è continuato e nel 2011, dopo l’approvazione del Ministero dell’Ambiente, si è provveduto ai lavori di bonifica di Punta San Giuliano.

Oggi questo può essere considerato, senza esagerare, un punto panoramico davvero unico al mondo. Dal lembo più esterno del parco è possibile infatti vedere Venezia da una posizione privilegiata. Molti ne approfittano addirittura per vedere da qui i famosi fuochi del Redentore, uno spettacolo che senza dubbio affascina anche al di qua del ponte. Un luogo magico, Punta San Giuliano, dove nelle giornate più torride è possibile non solo trovare un po’ di refrigerio grazie alla leggera brezza che arriva dalla laguna, ma anche nel contempo riempirsi gli occhi di bellezza.

Dove anni fa si accumulavano i rifiuti, grazie ai dovuti interventi di bonifica, oggi sorge una collinetta verde, un ottimo punto di osservazione, raggiungibile a piedi o in bici. Natura e paesaggio urbano, lontani e nello stesso tempo vicini, si sono dunque integrati perfettamente in questo progetto. Un luogo che consigliamo di vedere perché fuori dal caos delle calli, ma non così lontano da Venezia, dalla quale è separato solo da un lembo di laguna.

Parco San Giuliano ha ospitato grandi eventi e concerti e in futuro si prepara ad altre novità come un percorso ciclopedonale che lo collegherà a Forte Marghera, a partire dal polo universitario di Ca’ Foscari in via Torino.

Come arrivare al Parco San Giuliano: Se arrivate da Venezia consigliamo il tram T1 che vi permette di scendere alla fermata “San Giuliano”. Se arrivate con l’auto da Mestre c’è la possibilità di parcheggiare in uno degli ampi parcheggi nei due accessi principali (Porta rossa e Porta gialla).

Parco Albanese, il cuore verde della Bissuola

Prima di Parco San Giuliano era Parco Albanese il più grande polmone verde della città.

Realizzato tra il 1975 e il 1980 su progetto di un gruppo costituito dalla Società Laris di Milano e dallo Studio Costa-Gualdi di Roma, questa grande area verde di circa 33 ettari è oggi suddivisa in tre aree ordinate.

La zona nord e quella sud sono principalmente naturali, la terza invece ha strutture come un centro civico con biblioteca, una piscina, una palestra, campi da pallacanestro, pallavolo, calcetto e tennis. Il parco offre inoltre anche un anfiteatro scoperto pensato per ospitare manifestazioni e spettacoli. A completare, un roseto, un’area giochi per i bambini e un pattinodromo che presto verrà coperto. Ma non solo.

Sono stati creati anche due laghetti artificiali che negli inverni più rigidi, quando gelati, sono sempre una meta molto affascinante per qualche scatto suggestivo. Interessante il laghetto più piccolo che si trova a ridosso di in una piccola oasi ornitologica e faunistica dove si possono vedere, tra gli altri animali, dei bellissimi pavoni.

Il parco solitamente viene chiamato dai cittadini Parco della Bissuola, dal nome del quartiere nel quale è collocato, ma è dedicato ad un uomo la cui storia ha segnato profondamente un momento particolare per la città di Mestre. Alfredo Albanese era infatti un Commissario di Polizia che venne assassinato dalle Brigate Rosse il 12 maggio 1980 mentre era impegnato in attività investigative in stretta collaborazione con figure come il generale Dalla Chiesa, in un momento particolarmente buio per l’Italia. L’omicidio avvenne non lontano da dove oggi sorge il parco, doveroso dunque ricordare il suo sacrificio con un gesto concreto.

Luogo di ritrovo per i giovani, area amata da chi pratica sport all’aria aperta, ideale per passeggiare anche nelle giornate più calde, per anni parco Albanese è stato un fiore all’occhiello per la città grazie alla sua offerta e la sua conformazione.

Negli ultimi anni però Parco Albanese ha fatto parlare di sé per questioni legate allo spaccio di droga. Molte le retate e gli arresti che hanno portato la popolazione a preferire altre aree più sicure. Grazie all’intervento delle forze dell’ordine e dell’esercito, oggi la situazione sembra essersi normalizzata e il parco è tornato ad essere di nuovo un luogo privilegiato dai cittadini.

Come arrivare al “Parco Albanese”: Da Venezia con l’autobus 24 o 24/h scendere alla fermata “Rielta - Parco Bissuola”; con il tram scendere alla fermata “Pasqualigo” in via San Donà e proseguire verso l’ingresso principale del parco, in via Rielta.


Il Bosco di Mestre: immergersi nella natura a due passi dalla città

Suona strano, ma è così: a Mestre c’è un bosco, anzi più di uno!

La sua storia non è affatto recente, ma inizia in un’epoca lontana. La documentazione a riguardo risale al 1300 quando si parla per la prima volta del rigoglioso Bosco di Valdemar. Si tratta però di una zona boschiva ancora più antica che di certo era presente già in epoche remote. Faceva parte infatti della Selva Fetontea descritta dal poeta latino Marziale e che allora copriva la costa da Aquileia a Ravenna.

Nel corso del tempo gli ettari boschivi vennero curati e utilizzati dalla comunità locale per volere della Repubblica Serenissima.

Nel corso del tempo parte dell’area è stata abbattuta, ci sono testimonianze che riguardano il periodo intorno alla Prima Guerra Mondiale e il 1944 quando venne raso al suolo dalle truppe tedesche. Fortunatamente il bosco fu tagliato, ma non dissodato, permettendo alla vegetazione di ricrescere.

Oggi il Bosco di Mestre è composto da più aree: Il Bosco di Carpenedo, il Bosco dell'Osellino, il Bosco di Campalto e le vaste aree Querini con i Boschi Ottolenghi, di Franca e Zaher.

L’idea di dare forma a Mestre ad un grande bosco, lungo la sua cintura urbana, nasce nel 1984 quando il movimento ambientalista locale si oppone alla costruzione del nuovo ospedale cittadino vicino al boschetto di Carpenedo.

Con i suoi 230 ettari gestiti dall’istituzione Ente Boschi e Parchi, questo progetto ambizioso mira alla valorizzazione della terraferma con un programma orientato ad accrescere le biodiversità, la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, creare aree di svago e tempo libero, recuperare la memoria storica e rafforzare l’identità della città.

Ogni area boschiva recuperata è stata pensata per percorsi pedonali, ciclabili e con tratti dedicati anche alle passeggiate a cavallo.

Lungo i sentieri, grazie a dei pannelli informativi è possibile conoscere le diverse specie di piante e animali che si possono vedere e incontrare nel bosco. Un modo per immergersi nella natura in modo attivo e consapevole.

Bosco Zaher, Bosco Ottelenghi e Bosco Franca sono quelli che vi consigliamo maggiormente perché oltre ad essere i più grandi e con una progettazione molto ben studiata, portano con sé anche un valore importante: quello del ricordo.

Bosco Zaher è infatti dedicato alla memoria di un ragazzo afghano, Zaher Rezai, che nel 2008 con pochi soldi in tasca aveva lasciato il proprio paese, affrontando un difficile viaggio di seimila chilometri con la speranza di raggiungere un paese dove vivere una vita migliore. Sbarcato da una nave nel porto di Venezia, si era nascosto sotto ad un camion per poter attraversare la frontiera. Purtroppo però il giovane Zaher perse la vita, schiacciato dalle ruote del mezzo , in una strada non lontana da dove sorge il bosco a lui dedicato. Accanto al corpo venne trovato un sacchetto trasparente con all’interno pochi oggetti cari e i fogli di un diario con frasi sincere e toccanti che parlano di speranza e versi di poesie in persiano antico.

Appena all’interno del bosco è stata realizzata una scultura - installazione del Maestro Luigi Gardenal che raccoglie le parole e le immagini ritrovate nel quaderno di Zaher.

Quest’area boschiva di 50 ettari ha al suo interno le preesistenti siepi boscate di platani, robinie, olmi campestri e salici bianchi, conservate e valorizzate come testimonianza di un passato in cui da questa vegetazione era possibile ricavare vimini, fascine e legname.

Alcune zone sono state invece mantenute a prato, per aumentare la diversità ecologica e degli invasi di acqua sono stati creati invece per ottenere un ambiente sufficientemente umido per specie adatte a questo ecosistema.

Interessante la presenza di un tratto dell'Ippovia litoranea Mestre-Jesolo che passa proprio attraverso Bosco Zaher, per una lunghezza di 1,9 km.

Bosco Ottolenghi è situato invece sul lato opposto di via Altinia, la stessa strada in cui si apre anche Bosco Zaher, nella frazione di Favaro Veneto. Incastrato tra la linea ferroviaria Mestre-Trieste, il fiume Dese e l’abitato di Favaro Veneto, questo tratto di bosco vede i propri accessi lungo via Forte Cosenz, dove sorgono i resti dell'omonima struttura militare che fa parte del campo trincerato di Mestre.

Il Bosco Ottolenghi si estende per 30 ettari ed è stato il primo tratto ad essere aperto al pubblico. Di proprietà della Fondazione Querini Stampalia è ora in usufrutto al Comune di Venezia.

L’area è dedicata ad Adolfo Ottolenghi, uomo di dialogo e di cultura che dal 1912 al 1944 è stato il rabbino capo della comunità ebraica di Venezia. Insieme a tanti suoi concittadini anche Adolfo Ottolenghi venne arrestato, deportato e ucciso per mano tedesca ad Auschwitz. All'interno del bosco, a memoria del rabbino veneziano, c'è una targa in legno disegnata da Guido Zordan.

Un luogo silenzioso in cui il vero protagonista è il suono della natura, capace di far vivere un tranquillo momento personale di riflessione.

La terza area, Bosco Franca, adiacente a Bosco Ottolenghi si fonde quasi naturalmente a questo.

Questo tratto di 22 ettari è dedicato a Franca Jarach, una ragazza argentina di diciotto anni desaparecida, che venne uccisa insieme ad altri studenti del Liceo National di Buenos Aires, durante la dittatura militare degli anni Settanta. Una storia toccante quella di Franca, che rappresenta una delle prutroppo tante vite spezzate in quel periodo in Argentina.

Nel bosco, si è pensato perciò di dedicare un elemento naturale come una siepe proprio a Franca Jarach e a tutti i desaparecidos argentini.

Dal punto di vista naturalistico, Bosco Franca presenta tre diversi ecosistemi:

- il bosco, realizzato tra il 2003 e il 2006 con vegetazione tipica della Pianura Padana

-delle aree umide per depurare le acque che sfociano in laguna e creare un ambiente adatto per uccelli acquatici e animali anfibi

-il prato, attraversato da un piacevole percorso ciclo-pedonale.


Parchi e Boschi a Mestre non mancano. Oltre a quelle descritte, in città si trovano anche altre aree verdi, alcune addirittura in pieno centro. Un modo per dare la possibilità agli abitanti di vivere in ogni stagione qualche momento distante dal traffico cittadino e dal cemento. Valorizzare luoghi come boschi e parchi è certo un progetto ambizioso, ma necessario perché prezioso per gli abitanti, così come per l’ambiente. Un esempio importante che insegna come possano convivere, fino quasi a fondersi insieme, il tessuto urbano e l’ecosistema naturale. 

Per maggiori informazioni: https://www.comune.venezia.it/it/boscograndiparchi